SANT’ELPIDIO A MARE – Altro che ipotesi di stop al progetto dell’impianto di cremazione vicino al cimitero Curamostrapiedi. Il sindaco Alessio Terrenzi dopo l’incontro con il futuro onorevole Mauro Lucentini (LEGGI) chiarisce la situazione.
“La verità non è che Lucentini è contrario all’idea di un tempio crematorio in assoluto, ma contesta il sito; per capirci: se fosse realizzato altrove non avrebbe nulla da eccepire. Mi ha proposto la collocazione della struttura in questione all'interno dell'area industriale Brancadoro, ma non è possibile, perché i tempi crematori vanno realizzati esclusivamente su terreni aventi destinazione d’uso cimiteriale nel PRG e di proprietà comunale. Ecco perché la scelta è caduta su Curamostrapiedi”.
Quello che però il sindaco ha apprezzato di Lucentini è l’approccio istituzionale corretto: “Per me sarà un referente istituzionale, come tanti altri, con cui confrontarmi spesso per affrontare e risolvere questioni che riguardano il comune elpidiense che mi onoro di rappresentare”.
Ci sono aspetti da chiairre, lo sa bene il primo cittadino: “I rischi sulla salute devono essere dimostrati con studi scientifici appositamente redatti e, proprio per scongiurare tali rischi, abbiamo richiesto (ed è in corso di stesura) uno studio pre e post realizzazione relativo alle possibili ricadute sull’ambiente e sulla salute che tale impianto può generare. Per me la salute è sempre stata la priorità massima”.
Non entra invece nel tema economico Terrenzi, spiegando solo che “la questioen è ben diversa da quanto sostenuto dal Consigliere Regionale (200mila euro di rendita, ndr). Il privato concessionario verserà al comune un canone annuale che consentirà al comune negli anni a venire di salvaguardare i bilanci delle future amministrazioni, di destra o di sinistra”.
Difronte a questo quadro, nessun arretramento, anzi: “I templi crematori sono stati realizzati in altre città italiane, amministrate da tutti gli schieramenti politici, e possono essere messi in funzione solo dopo una specifica autorizzazione ambientale e, successivamente, sono costantemente monitorati dagli enti preposti alla salvaguardia della salute e dell’ambiente (Asur e Arpam)”.