“Il pregiudizio è brutta forma di conoscenza”. E sulle Foibe, e i 350mila esuli, ce ne è stato a lungo, per troppo tempo. Ha ragione il presidente dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Orazio Zanetti Monterubbianesi.
Non è voluto mancare nella cerimonia di Porto Sant’Elpidio da sempre il comune più sensibile ogni 10 febbraio. Da anni anche Fermo ha il suo momento di ricordo, dopo che è stata dedicata ai ‘martiri delle Foibe’ la rotonda di ingresso della città.
Ma nella città elpidiense ogni parte politica si è sempre ritrovata. E anche questa volta, al fianco dei promotori Andrea Balestrieri e Giorgio Marcotulli, entrambi di Fratelli d’Italia, c’era la presidente del consiglio comunale Milena Sebastiani, affiancata dagli assessori Romitelli e Piermartiri.
“Noi diamo voce ai morti. È importante ricordare che il profugo non è solo chi scappa o l’anziano che racconta, ma chi in ogni parola e gesto chiede che la bandiera italiana non sia più umiliata” prosegue Zanetti. E lo riprende Balestrieri: “Persone uccise per un solo motivo: erano italiani”.
La storia per troppo tempo ha dimenticato questo eccidio, questa atroce vendetta condotta dai titini. Ma dal 2004 la Giornata delle Foibe è diventata nazionale. “Eventi che non devono più ripetersi, le vittime infoibate non erano di serie B. e oggi gli rendiamo merito” prosegue.
"Prima la Giornata della Memoria, poi del Ricordo, entrambe devono diventare cultura della memoria nelle nostre scuole” aggiunge la Sebastiani. Prima che Balestrieri attaccasse la corona di alloro, la chiosa di Romitelli: “Siamo contrari a ogni forma di violenza e repressione. Questa amministrazione da sempre è per la pace”.
Un tema sottolineato con forza da Paolo Giunta La Spada a Servigliano, durante l’incontro organizzato all’interno di quello che fu uno dei campi profughi negli anni ’50: “Il Giorno del Ricordo può essere occasione di analisi storica di natura scientifica per riflettere sulle tragedie della nostra storia nazionale, e per rafforzare, con l'educazione alla pace, l'identità di una società che vogliamo libera da ogni forma di totalitarismo”.
Tanti gliinterventi anche a livello regionale, dal consigliere Mangialardi al presidente Acquaroli: “L'auspicio è che quelle tragedie possano finalmente trovare la giusta collocazione nella nostra storia nazionale e che, dai tanti errori commessi, ciascuno di noi possa trarre anche una lezione per il presente, affinché i valori della solidarietà, della tolleranza e del rispetto della diversità non vengano mai meno di fronte a quanti, ancora oggi, sono costretti a scappare da guerre, violenze e persecuzioni”.