ANCONA - E' stato presentata questa mattina la Relazione semestrale della Dia (Direzione investigativa antimafia) relativa al primo semestre 2023 con un'analisi accurata sulla presenza delle mafie in tutto il territorio.
Guardando alla Regione Marche, in cui "il porto di Ancona rappresenta un rilevante scalo per il traffico internazionale di veicoli e passeggeri ed uno dei primi per movimentazione delle merci", si evidenzia come il territorio per la sua capacità imprenditoriale, "potrebbe essere potenzialmente attrattivo per la criminalità organizzata" anche "per i considerevoli finanziamenti pubblici attribuiti alla Regione Marche con il PNRR, i fondi Next Generation UE e i Fondi Strutturali della Programmazione 2021-2027".
Gli analisti della Dia, prendendo come riferiemtno le attività di contrasto della polizia, eseguite nel corso degli anni, mettono in evidenza che "non si rilevano elementi che facciano presupporre un radicamento di organizzazioni criminali di tipo mafioso, ma la presenza di propaggini riconducibili ad organizzazioni mafiose per lo più di matrice ‘ndranghetista con interessi nel settore del riciclaggio e del reimpiego dei proventi illeciti nell’economia legale".
"La presenza della camorra - si legge nella relazione - risulterebbe marginale ma coinvolta, mediante la gestione da parte di soggetti campani alcuni legati a sodalizi criminali, nel traffico di stupefacenti".
Diverso il discorso se si guarda alla criminalità straniera con soggetti provneienti dall'Albania, dalla Nigeria, dalla Romania e dall'Afghanistan che "sono riusciti a ritagliarsi propri spazi nel settore dello spaccio degli stupefacenti, nonché nei reati contro il patrimonio" con lo spaccio di droga che costituisce la principale attività illecita.
Sul punto sono state rcordate le operazioni nei territori di Pesaro, Urbino, Ancona e Macerata. Nel Fermano, invece, è stata segnalata l'operazione "Undergrodund" del 6 marzo 2023 in cui Carabinieri di Fermo hanno tratto in arresto 8 persone (di nazionalità italiana, marocchina, albanese e romena) ritenute responsabili di traffico di stupefacente. Il sodalizio criminale operava perlopiù lungo tutta la fascia costiera Fermana e Maceratese.
Durante la conferenza stampa di presentazione della Relazione il direttore generale della DIA, il generale della Guardia di Finanza Michele Carbone, ha affermato: ''Oggi non possiamo parlare di criminalità mafiosa trascurando il lato affaristico-imprenditoriale. Europol ci dice che l'80 per cento delle organizzazioni criminali fanno uso delle imprese, perché le imprese sono le lavatrici della criminalità organizzata: vengono utilizzate per riciclare il denaro sporco che deriva dal narcotraffico ma anche per creare consenso sociale, per associare imprese colluse assicurando loro appalti pubblici. Questo tipo di infiltrazione va dal sud al nord''.
E poi ancora ha aggiunto: ''Abbiamo sempre più delle organizzazioni mafiose che pur indossando la giacca e la cravatta non abbandonano le caratteristiche proprie dell'associazione mafiosa e oltre a gestire i traffici illeciti tradizionali, come lo spaccio di droga o le estorsioni non disdegnano le infiltrazioni nell'economia e nella finanza. Spesso a favore di imprenditori compiacenti o collusi affinché questi possano usufruire di appalti pubblici oppure a danno dei concorrenti, le organizzazioni mafiose effettuano delle vere e proprie operazioni di servizio nei confronti delle imprese colluse. Ad esempio la riscossione di crediti incagliati, la risoluzione di conflitti sindacali all'interno del mondo aziendale oppure l'assunzioni di dipendenti che sono vicini alle cosche''.