FERMO - La manovra divide sindaci e presidenti di Regione, alcuni molto preoccupati per i tagli, altri più orientati a darne giudizi favorevoli. Se sul fronte Regioni è stato lo stesso presidente della conferenza, Massimiliano Fedriga, a dire: “Non si troverà l'intesa” e per l'Ali (la Lega delle Autonomie) si tratta di una stangata di 4 miliardi, per l'Anci invece «le prime valutazioni sono positive».
E che dubbi e diversità siano evidenti, lo dimostra anche il sindaco di fermo, Paolo Calcinaro, che dell’Anci è vicepresidente regionale: “Essere civico, veramente e concretamente, ha un vantaggio: sono libero da dinamiche o ordini di partito. Vedo la seconda finanziaria del governo di fila che va a spremere i comuni che, se confermata, taglia non solo i contributi ai servizi ma anche fondi per aggiustare le nostre scuole e intervenire sui dissesti idrogeologici. Confermando il taglio del contributo a chi si trova in difficoltà per l'affitto”.
Critiche quindi, non politiche “perché questo Governo in alcun settori ha fatto scelte migliorative. Ma perché questo accanimento contro i comuni? Non vorrei, perché inizio a pensarlo, che si tolgono risorse ai sindaci per mantenere il punto su promesse di governo: traducendo l'immagine del governo è salva e i sacrifici ai cittadini li facciamo chiedere ai sindaci”.
Aggiunge il sindaco di Pesaro, tesserato Pd, Andrea Biancani: “Una rapina per gli enti locali e i cittadini, ci toglierebbero 6 milioni di euro nel quadriennio 2025-209. Tagli insostenibili. In questo modo non potremo più garantire i servizi, le iniziative, le attività che stiamo portando avanti in diversi campi, da quello sociale a quello educativo ma anche culturale e sportivo”.
Questi i Comuni, ma anche le Regioni, via Fedriga, aveva sollecitato la premier a parlare con gli enti locali per una manovra impossibile da avallare. Nessun avallo neanche dall'Ali. “La Legge di bilancio conferma di essere costruita quasi interamente sulle spalle degli enti locali. I tagli agli enti locali hanno numeri molto pesanti: 4 miliardi di euro nel triennio, con 570 milioni per il 2025, di cui 140 milioni saranno a carico di Comuni Province e Città Metropolitane, che aumenteranno a 290 milioni dal 2026 al 2028 e a 490 milioni nel 2029”.
E siccome già un anno fa c’erano stati tagli, il tutto diventa insostenibile: “Si aggiunge – commenta il sindaco Gualtieri che guida l’associazione al posto di Matteo Ricci - il blocco sul turnover al 75% delle assunzioni che si trasformerà in un pesante indebolimento delle pubbliche amministrazioni”.
Diversamente l'Anci, per bocca del suo presidente Roberto Pella e del delegato alla Finanza locale Alessandro Canelli, parla di “manovra positiva per i Comuni rispetto alle preoccupazioni iniziali dovute alle nuove regole finanziarie europee. Il ministro ha tenuto in considerazione l'aumento delle spese sociali letteralmente esplose, in particolare quelle per i minori e l'assistenza scolastica”.
Stando ai calcoli Anci “per il comparto dei Comuni ci sarà un accantonamento di 130 milioni di euro sulla parte corrente che potranno essere, però, usati l'anno successivo in conto capitale a determinate condizioni. Infine esprimiamo soddisfazione per l'incremento delle risorse a favore di Città metropolitane e province per il periodo 2025-2030 (+50 milioni annui), a parità di risorse a regime (600 mln. annui dal 2031)”.
Pella e Canelli ringraziano il ministro Giorgetti e l'esecutivo Meloni per aver compreso le grandi difficoltà dei Comuni e il contributo importante che già il comparto dei Comuni ha dato al Paese in termini di riduzione della spesa. "Auspichiamo che, durante l'esame parlamentare, si possano ulteriormente trovare soluzioni - concludono - in merito al Fondo crediti dubbia esigibilità, alla riscossione, ai temi del personale e al fondo anticipazione di liquidità"