PESARO – A Bologna la spiegheranno parlando di percentuali irreali di Tortona. Ma non è questo il motivo per cui in finale di Coppa Italia c’è arrivata la matricola che studia da grande.
La Derthona di Marco Remondino ha semplicemente giocato a pallacanestro, grazie a un Mascolo che ha dimsotrato al coach della Nazionale Meo Sacchetti che forse dovrebbe pensre anche a lui. Soprattutto se Mannion è quello visto in questi giorni, un giocatore che da folletto è diventato ragioniere.
Tagli, finte, passaggi backdoor, rimbalzi e triple dopo cinque passaggi: il terzo quarto dei piemontesi è un manuale del basket. come lo è, alla voce ‘cose da non fare’ la difesa della Virtus. Sergio Scariolo non trova il modo per fermare le folate di Filloy e dintorni.
Tortona ha capito che poteva vincerla quando è andata negli spogliatoi dopo due quarti con 50 punti segnati, nove di vantaggio, un Mascolo extralusso e soprattutto con le due stelle offensive, Macura e Daum, con un canestro a testa segnato e tanti ferri scheggiati. Bastava poco, che si accendesse uno dei due, e la partita avrebbe preso l’autostrada giusta, quella del patron Gavio.
E così è stato. Macura è entrato e non ha più sbagliato, Daum ha inventato, mettendo in mostra la poca concertazione bolognese che molto spesso se lo è dimenticato. Ma non è solo questo, perché Tortona ha chiuso l’area, trovando giocate di qualità anche dall’anconetano Severini, rimbalzi in attacco inclusi.
Quando è arrivato il +24 con la tripla di Filloy (83-59), uno che la Vitrifrigo Arena la conosce bene avendo l’anno scorso dato spettacolo insieme al pivot Cain, oggi con lui in maglia bianca, i tifosi bolognesi si sono zittiti. Un colpo troppo duro per chi era convinto di essere già in finale. Eppure, Brescia un’ora prima aveva già dimostrato che nessuno è imbattibile. Solo che Milano è così forte che ha saputo resistere al ritmo della squadra di Magro, vera sorpresa del campionato (69-63 il finale).
Domani pomeriggio alle 18, quindi, finale inaspettata tra l’Armani di coach Messina e la Tortona di Remondino che parla marchigiano con i vertici societari: Bartocci, Perticarini e Vacirca. Ha chance la matricola? Se sarà quella del terzo periodo senza dubbio, ma se giocherà con la paura di vincere, come fatto nell’ultimo quarto, con errori e palle perse che hanno rimesso in discussione una partita chiusa (86-73 al 35’) Milano la schiaccerà, pur tra gli applausi.
Ma intanto è finale e nessuno entra in campo per perdere, i griffati milanesi, che l'hanno scorso vinsero contro Pesaro, sono avvisati, anche perché il pubblico di casa, non ci sono dubbi, sarà tutto per i piemontesi.
Raffaele Vitali