TORINO – E poi, all’improvviso, la favorita torna a casa. L’Armani Jeans Milano ha perso contro la Germani Brescia (72-75). Questa è la dura legge della Coppa Italia, che da anni durante le Final Eight regala sorprese. Gara secca, può accade r di tuto, soprattutto se nell’immenso Pala Alpitour di Torino si sente solo la voce dei tifosi di Brescia. Che sono arrivati in trecento e se ne tornano a casa sapendo che sabato sera la seconda semifinale la giocheranno loro. Contro Pesaro o Varese lo scopriranno dopo un apio d’ore.
Bello spettacolo, perché dopo un primo quarto equilibrato la Germani prende il volo, trascinata da Della valle e Petrucelli. Poi, però, una volta raggiunto il +18 (29-47) sente il peso del successo e Milano inizia a difendere. Sotto canestro non si riesce più a passare, Melli ha deciso di usare i bicipiti. E così Milano, minuto dopo minuto ricuce e arriva all’inaspettato soprasso (55-54). E sarebbe andata ancora peggio per Brescia se non fosse che Burns, l’ex Sutor Montegranaro, non decidesse di fare canestro da ogni posizione, nove punti in fila, come se il tempo non passasse mai per lui.
La logica vorrebbe che ritrovato il ritmo, l’Armani prenda il largo. Ma la benzina è finita da una parte e dall’altra. Palle perse, ferri scheggiati, tano che dopo sette minuti il punteggio è Armani 5, Brescia 7. E quei due punti in più si riveleranno preziosissimi, soprattutto nel finale quando il falò sistematico trasforma in eroe il medio man di Brescia, ovvero Massinburg.
Perché Milano cancella Della valle e Petrucelli, ma Messina no deve aver studiato le medie del numero 5 biancoblu, perché il 4/4 negli ultimi venti secondi è letale. Festa sugli spalti, Brescia va in semifinale, Milano va a casa. E quindi ora diventa tutto possibile dal lato senza Bologna.
Raffaele Vitali