BELMONTE PICENO – Tra poche ore (2130) sul palco di Belmonte Piceno, insieme con il sindaco Ivano Bascioni, salirà la storia di Ago, storico capitano della Roma, ma ancora tutti hanno davanti agli occhi i mille che hanno gremito la piazza del paese peer ascoltare Neri Marcorè.
Che non poteva che partire dal ricordo del fondatore di Radio Aut Giancarlo Guardabassi, venuto a mancare pochi giorni fa: “Fu il mio primo talent scout, con lui ho mosso i primi passi alla radio, avevo 12 anni” ha ricordato incassando il primo lungo applauso.
“Stasera improvvisiamo, sarà come farsi una chiacchierata nel salotto di casa, ma con più persone” ha poi detto scherzando. Ed è andata davvero così, rendendo la serata del Festival Storie qualcosa di unico, visto che il pubblico ha raddoppiato gli abitanti del paese.
Nelle prime file anche la mamma Ines, che con Neri ha raggiunto Belmonte Piceno per salutare tanti amici ed assaggiare le eccellenze enogastronomiche del paese. Nell'intimo palco di Belmonte Piceno, l'attore marchigiano ha portato tutto se stesso con la semplicità e la simpatia che da sempre lo contraddistinguono e un'incredibile capacità di tenere il palco e coinvolgere la platea con la forza della sua voce bassa e garbata.
Sembra un palco affollatissimo, ma in realtà è Marcorè che con degli switch inaspettati riesce ad imitare chiunque, anche Pupi Avati: “Con le imitazioni sono riuscito a superare la timidezza”. E di Avati dice: “Mi scelse guardandomi in tv, senza fare provini, non mi sembrava vero, quella fu la mia vera occasione”. Era il 2003, dopo “Il cuore altrove” la carriera cinematografica di Neri Marcorè non si sarebbe più fermata, oggi è nelle sale cinematografiche con “Zamora”, il suo esordio alla regia. E poi i suoi cavalli di battaglia, quelli che il pubblico ama: la cadenza dei vari dialetti marchigiani da nord a sud, le espressioni più colorite e l'immancabile video di “Un marchigiano a Londra”.
E' un'esplosione di risate tra il pubblico e l'interazione che si crea tra loro, Marcorè e Socci è davvero bella, la magia del Festival Storie è tutta qui, nell'accorciare le distanze tra pubblico e artisti, senza grandi palcoscenici o scenografie elaborate. Sul finale Marcorè non ha esitato a imbracciare la sua chitarra dando voce ai classici del cantautorato, da De Andrè con “La guerra di Piero” a Gaber con “Le elezioni” e poi un divertentissimo Angelo Branduardi che canta Mahmood.
I complimenti di Marcorè sono per il Festival Storie, per la parata di artisti in cartellone e la varietà della proposta, e ovviamente per il piccolo e caloroso Belmonte Piceno, mai così gremito. Il sindaco Ivano Bascioni omaggia Marcoré con l'anellone, simbolo della cultura picena. “Mi piacerebbe tanto – confessa Neri – girare un film in questi territori, chissà...” la chiusura di una serata perfetta.