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FermoTech, il modello vincente. Cinque ricercatori migliorano la vita alle imprese: dal visore per le manutenzioni all'analisi dei clienti

20 Luglio 2022

di Raffaele Vitali

FERMO – FermoTech, il laboratorio piattaforma che unisce ricerca universitaria a esigenze imprenditoriali mostra i suoi frutti. Fisicamente si trova a Fermo, all’interno di uno spazio messo a disposizione del Comune, in attesa che venga completato il recupero del mercato coperto dove ci sarà la sede definitiva.

“Un piano innovativo che mira a coniugare la ricerca universitaria alla crescita immediata del territorio, in questo caso rafforzando le capacità di business del privato che è parte del progetto, compartecipando alla spesa” spiega il professor Germani, che è il docente della Politecnica che guida FermoTech.

Per fare il punto sono arrivati anche i due rettori, Gregori e Pettinari dell’Unicam, che spesso uniscono le proprie competenze per fini maggiori. “Sei i progetti portati a termine con le aziende partner, abbiamo – riprende Germani - concretizzato quanto chiesto dal privato su questioni diverse, dalla manifattura additiva alla realtà aumentata per la manutenzione, dall’analisi dei dati ai virtual showroom”.

FermoTech è costato 2milioni di euro. Un milione di euro arriva dall’Iti Urbano, il fondo intercettato dal comune di Fermo. Altrettanto dalle imprese che alla fine si ritrovano in mano tecnologie richieste e funzionali. Questo grazie al lavoro di cinque ricercatori (1200 le ore dedicate) assunti dalle università: Alessandra Papetti, Alessio Vita, Sabrina Iarlori, Francesco Cauteruccio e Sara Antomarioni.

Un esempio. Savelli, azienda leader negli ascensori, ora può usufruire di un sistema di manutenzione a distanza. “Abbiamo sviluppato – spiegano i ricercatori - una soluzione di realtà mista per assistenza a remoto. Ora si può supportare intervento di manutenzione creando una collaborazione audio video con esperto presente in azienda e manutentore magari in Giappone davanti al meccanismo.  In questo modo con il visore inserito, il tecnico riesce a vedere dagli occhi di chi è presente guidandone le azioni”. Per una impressa presente in tutto il mondo, è facile capire il vantaggio.

Un altro esempio è quello di Elisabet, calzaturificio di Monte Urano: “Qui è stato fatto un lavoro sui big data. Abbiamo analizzato i dati dei clienti per analizzare come si comportano in relazione ai prodotti. Un quadro analitico del comportamento di acquisto è fondamentale”.

E poi c’è Santoni che fa accessori “e per cui abbiamo creato un virtual showroom. Chi ci entra non vede solo mezzi 3D, ma interagisce direttamente attraverso video e domande”. Così come la stampa 3D si è rilevata fondamentale ancora per Savelli. “Dovevano accomodare una scala mobile che ha più di dieci anni e per cui da ormai anni non ci sono più pezzi di ricambio.  Il punto fondamentale erano le cover che contengono la tecnologia. Fare degli stampi appositi sarebbe scostato migliaia di euro e avrebbe richiesto tempo, noi abbiamo ricostruito la geometria e mandato in stampa. Nel giro di una settimana abbiamo realizzato per loro quattro cover e hanno messo a posto la scala mobile”.

Insomma, FermoTech funziona davvero. E così per gli altri partener che hanno visto realizzare progetti funzionali all’impresa: Vega, Bros e Valtenna. A loro si ggiungono altri due partner tecnici, More e Morphica “Il progetto termina a marzo, ma ha già un futuro. Apriremo una società Scarl che comprenderà Politecnica, Unicam e le aziende che hanno partecipato. Obiettivo è produrre servizi per gli altri. sarà una società che fa ricerca e innovazione, quindi parteciperà a bandi europei per intercettare nuovi fondi, come fatto con l’Iti Urbano” precisa Germani.

Merito riconosciuto va al sindaco Paolo Calcinaro, che ha creduto nella rigenerazione di un territorio partendo da ricerca ed economia. “Abbiamo creduto nel mondo produttivo. Avere due rettori al nostro fianco è fondamentale, partnership molto forte che mi rende orgoglioso e ci fa lavorare per il futuro dove, grazie al supporto della regione e dell’assessore Castelli in maniera particolare, potremo potenziare la nostra sede con la laurea Magistrale in infermieristica”.

La Regione guarda con piacere a questo progetto, nato da fondi europei che transitano via Ancona: “Intervento territoriale integrato (Iti) è la formula che noi vogliamo rifinanziare e rialimentare, per far crescere questa linea fino al 2027. Spesso – riprende Guido Castelli - si lamentavano gli effetti verticali dell’intervento europeo. Nascono gli interventi mirati che hanno come sfondo un territorio e un perimetro all’interno del quale era possibile proporre una serie di iniziative coordinate”. Nella nuova programmazione si favorirà così la collaborazione tra comuni “con un occhio di riguardo alle aree fuori dal cratere, altrimenti svantaggiate in tanti bandi”.

Avere dietro le spalle Politecnica e Unicam è la garanzia per il futuro di FermoTech, che parlerà alle imprese private mostrando sempre il lato pubblico del mondo universitario: “Dovremo far capire bene alle imprese il potenziale. Si potranno rivolgere qui per le tecnologie: dovremo far vedere come sappiamo innovare e quanto è utile. Molte Pmi non sanno neppure cosa si può realizzare, quindi in primis far vedere il fattibile. Il secondo punto è trasferire l’innovazione concreta in quell’impresa. Ecco perché il linguaggio è fondamentale. non è scontato trovare il modo concettuale per far capire al piccolo dove può arrivare. Dovremo essere bravi a dare sicurezza, perché il privato deve fidarsi, FermoTech non sarà una società di semplice consulenza”.

Di certo i cinque ricercatori oggi in azione rappresentano una garanzia per tutti, le imprese ora coinvolte lo dimostrano. “Noi siamo abituati a entrare in azienda. Dobbiamo capire prima i loro bisogni per poi trasferirli in attività tangibile. Andare oltre la teoria, quindi non solo parole, è quello che fa l’Università. Ora lo hanno campito tuti un po’ di più” concludono i cinque ricercatori protagonisti ascoltando le parole piene di saggezza del prefetto Filippi: “Se si vuole combattere in un mondo economico in enorme difficoltà, servono momenti come questi che uniscono chi investe in ricerca a chi ha già un’etica dei processi produttivi. Lo dicono i dati, le imprese che crescono sono quelle che fanno ricerca e innovazione. Bisogna sempre andare avanti”.

@raffaelevitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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