FERMO - Aumentano infortuni e malattie professionali. Calano, per fortuna, gli incidenti mortali. È un percorso tutto in salita quello della sicurezza sul lavoro nel Fermano.
I dati forniti dall'Anmil, durante la giornata in ricordo delle vittime sul luogo di lavoro, lasciano poco spazio all'ottimismo. Rispetto all'anno scorso, gli infortuni denunciati sono aumentati del 19,4%, passando dai 763 dei primi otto mesi del 2020 ai 911 dello stesso periodo di quest’anno.
Il dato fermano è il più alto delle cinque province marchigiane, quasi doppia la media regionale del +9,9% ed è lontanissimo dal +8,5% della media nazionale. Un aumento generalizzato, quindi, che nel Fermano, però, si fa sentire più che altrove.
In crescita anche le malattie professionali, schizzate da 351 a 558 (+59%). Dopo quella di Ascoli (+60,1%), la provincia fermana è quella, nelle Marche, con l'incremento maggiore, al di sopra della media regionale (+47,1%), ancor più di quella nazionale (+31,5%). L'unico dato positivo riguarda i decessi, scesi da sei dei primi otto mesi dell'anno scorso all'uno di questo.
«La crisi economica e i tentativi di ripartenza delle attività produttive rappresentano un terreno insidioso per la sicurezza dei lavoratori e lo dimostra la nuova impennata di incidenti a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi. Accanto alla spinta per la ripresa economica, è quanto mai urgente rafforzare le politiche di prevenzione, potenziare il sistema ispettivo e sanzionatorio e completare l’attuazione del decreto 81/2008», ha detto il presidente dell'Anmil di Fermo, Marcello Luciani, durante il suo intervento.
“Di pari passo – ha aggiunto – serve una cultura della sicurezza che deve essere coltivata sin dai primi banchi di scuola, ma, in proposito, dobbiamo amaramente constatare che le disposizioni del Testo unico per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sono state, anche in questo caso, ampiamente disattese».
Francesca Pasquali