Il biennio Ai-Nurecc ha prodotto una brochure che vuole diventare uno strumento per le attività future e per poter incidere sulla Commissione Europea. Alla guida della task force l'assessora delle Marche.
di Raffaele Vitali
BRUXELLES – Far crescere l’Europa dando consapevolezza al significato di farne parte. “Noi possiamo avvicinare i giovani, far capire il valore di farne parte” sottolinea aprendo l’incontro di chiusura di Ai-Nurecc, il network che unisce regioni, università e camere di commercio dell’Euro Regione Adriatico Ionica intervenendo. “Ma abbiamo un problema. Come per il sud Italia, da Grecia e Albania ei giovani stanno lasciando i territori per andare fuori a studiar con la speranza però di non tornare. Se andiamo avanti così, cosa portiamo in Europa?”. La domanda di Cocco risuona a Bruxelles durante il confronto sui due anni di attività della Macro regione Adriatica, o meglio sulla sua sezione dedicata agli Under 30.
Ma non solo giovani, anche problemi reali e immediati da affrontare e risolvere: “Come Task Force Adriatico Ionica intendo fare in modo che accordi politici al livello territoriale ed europeo risolvano anche problemi del mare Adriatico-Ionico, quali il fermo pesca non ancora calendarizzato in modo condiviso (Adriatico diviso in zone, con evidenti ripercussioni economiche sul settore, ndr), a beneficio dell’intera area, delle categorie dei pescatori, dei cittadini e nel rispetto dei criteri ambientali” tuona in apertura Manuela Bora, assessora alle Attività produttive e voce delle Marche a Bruxelles.
“Due anni di lavoro intenso che ci hanno permesso di lavorare per favorire competenze e talenti. Non vogliamo che sia una strategia statica, noi abbiamo bisogno che la Commissione Europea conosca le attività dell’Ai-Nurecc (LEGGI) per poter pianificare al meglio gli interventi necessari. La progettazione sia attivata dal basso, in un processo bottom-up, necessario alla consapevolezza dell’utilità della strategia per i cittadini che devono sentirsi beneficiari e attori nella Macroregione” ribadisce l’assessora che è presidente della Task Force della Macroregione.
Il biennio ha prodotto una brochure che vuole diventare uno strumento per le attività future e per poter incidere sulla Commissione Europea. Sono emersi tre problemi di governance: la leadership politica, il coordinamento e l’attuazione. “Per attuare la strategia della Macro regione è fondamentale coinvolgere tutti gli stakeholder. Solo nel 2018 abbiamo effettivamente iniziato a lavorare insieme. Le strategie si devono adeguare. Un problema è che c’è poco coinvolgimento degli attori locali” sottolinea Eleni Marianou, segretario Cpmr.
Ainurecc, che riunisce 150 protagonisti, ha sviluppato progetti concreti nell’area Adriatico- Ionica per i giovani, per le industrie culturali e creative, per il turismo e l’eredità culturale, la formazione ed il supporto alla governance multilivello.
Un ruolo chiave lo gioca la Camera di commercio, con il segretario Michele De Vita che guida il forum interregionale: “È l’unico network che lega il mondo dell’economia. Siamo nati nel 2001 quando Ancona e Spalato ebbero l’intuizione e oggi ne rappresentiamo 41 negli otto paesi dell’area e nel 2019 è entrata anche la Serbia. Parliamo di un territorio con 113 milioni di arrivi di turisti, di cui 9 milioni via mare, che ha movimentato 207 milioni di tonnellate di merci via Adriatico e 39miliardi di export: questa la forza che rappresenteremmo in Europa. Non dobbiamo dimenticarlo”. Ci crede il sistema camerale italiano.
Ai-Nurecc non è solo coinvolgimento dei giovani, ma anche un ponte per ridurre la distanza rispetto ai paesi balcanici e il continente. I dubbi sul prosieguo sono però numerosi. “Il quadro di Finanziamenti Pluriennale deve ancora essere approvato, speriamo che il Parlamento migliori la destinazione dei fondi di coesione. Ci sono dei problemi sulla programmazione 2021-2027: meno risorse, 5-7%, per la politica di coesione ed in particolare la riduzione delle risorse della politica territoriale europea, l’eventuale scomparsa della politica marittima transfrontaliera e la diminuzione delle risorse della Politica Agricola Comune” sottolinea Manuela Bora, che poi aggiunge: “Di buono, al momento, c’è l’aumento delle risorse per i giovani e per il programma Erasmus di istruzione e formazione, oltre a quelle per migrazione e sicurezza”.
Un lavoro intenso quello dell’Ainurecc, forse poco conosciuto, che si spera non si fermi. Almeno questa è l’intenzione del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli: “Avete permesso una maggiore integrazione dei cittaidni dei Balcani nei processi europei. I colloqui per Nord Macedonia e Albania sono stai interrotti, ma è solo una battuta d’arresto. Siamo convinti che l’Europa sia un cantiere che sta crescendo, anche grazie alle giovani generazioni che sono il futuro dell’Europa. Continuate quindi a impegnarvi”. Un partner, la fianco della regione, è l’Università, con in testa il professor Donato Iacobucci della Politecnica: “Dopo 5 anni Eusair ha fatto il suo tempo è ora di concretizzare le idee con pratiche concrete”. Ancora di più in queste aree che hanno voglia di crescere, pur tra molte difficoltà. “Si parla di un’area molto giovane, con una mobilità in uscita molto forte. “E non è più, un vado e torno dopo essermi fermato. Lo fa l’Italia del sud, lo fanno Grecia e Albania. Noi dobbiamo lavorare perché l’Europa dia il know how da rispendere sul proprio territorio” ribadisce Cocco che sottolinea il nodo delle aree interne “difficili da raggiungere e da valorizzare. Se non troviamo una molla che consente agli interventi dell’Ue di valorizzare quelle zone, per far rimanere i giovani, il fallimento è di tutta l’Europa, incluso il suo allargamento”. Questo forse il compito principale di Ai-Nurecc due, se ci sarà un due.
@raffaelevitali