FERMO - È morto Amedeo Grilli, aveva 75 anni. Presidente della Carifermo, l’ingegnere che amava la cultura, l’uomo che ha accompagnato la crescita del territorio alla guida della banca cittadina. Insieme con l’amico Alberto Palma ha praticamente segnato la storia della Carifermo, riuscendo a resistere alle avanzate dei grandi gruppi, non cedendo mai l’autonomia della banca locale che però si muoveva da grande.
Di lui si potrebbero ricordare tante cose, tante azioni e scelte. Certo, il mondo del credito e delle imprese rifletterà pensando a quanto fatto, anche i ‘no’ ricevuti. Il suo capolavoro è il restauro del Santuario dell’Ambro. Un’operazione enorme, oltre un milione di euro, ma soprattutto impattante per la comunità non solo fermana, essendo quella di Montefortino la chiesa più importante dopo la Madonna di Loreto.
Ora cambierà tutto, inutile negarlo. Palma già era fuori dal board, solo socio non potendo ricoprire ruoli attivi. L’uscita di Grilli, così improvvisa, costringerà la Carifermo a rivedere scelte e piani, perché l’uomo dell’autonomia non c’è più.
Lui, con la sua visione, aveva favorito il ritorno dell’Università nel capoluogo e a lui, con il suo parlare poco e chiaro, si devono tante azioni concrete. Per anni si è alternato alla guida della Banca e della Fondazione, sempre con un obiettivo: tenere la Carifermo solida nei conti. E ogni bilancio ha dimostrato la bontà delle scelte, sue e dei dirigenti scelti.
Che fosse il burbero Cohn o il figlio della banca, l’attuale direttore generale Traini. Chi aveva la fortuna di incotrarlo per strada e scambiarci due parole, quattro a volte erano troppe, ne usciva arricchito. Come i tanti giovani che con la Pagella d'Oro si sono portati nel futuro un pezzo di banca e di visione.
I funerali sono in programma lunedì mattina.
Raffaele Vitali