FERMO – La visione glocal è fondamentale anche per una amministrazione comunale, soprattutto quando si parla di diritti umani, di libertà. Fermo l’ha mostrata in due momenti.
Il primo, quando in Consiglio comunale è stata votata all’unanimità l’adesione alla campagna nazionale di Amnesty per la liberazione di Patrick Zaki; il secondo decidendo di illuminare la fonte di San Francesco e attaccando un grande manifesto sul muro del Comune. Non dettagli, ma volontà politica per mandare un messaggio a Zaki, il ricercatore egiziano di 29 anni iscritto al Master in Studi di Genere all’Università di Bologna e detenuto in prigione in Egitto.
“Uniti per la liberazione di Zaki e per sostenere la campagna per la verità su Giulio Regeni, entrambe promosse da Amnesty International. A volte tra le cifre di un bilancio e un atto di urbanistica può far bene alzare lo sguardo” sottolinea il presidente del consiglio comunale, Francesco Trasatti.
Che ricorda come anche piccoli simboli possono essere utili e importanti: “Anche con un manifesto ci può ricordare di cose più grandi di noi, esprimendosi anche su quanto accade attorno al nostro microcosmo cittadino. Specie quando i fatti riguardano due giovani ragazzi, le cui vite di ricercatori e attivisti potrebbero essere esattamente come quelle di tanti loro coetanei impegnati quotidianamente nelle Università del nostro Paese, trasmettendo, con la pratica dei loro studi e del loro lavoro, valori universali come uguaglianza, giustizia e diritti” conclude Trasatti.