FERMO – Il mondo dei disturbi del comportamento alimentare è in fibrillazione. Ad alzare al voce è Fada, l’associazione dei familiari che dal 2016 si occupa di DCA come anoressia, bulimia, disturbi da alimentazione incontrollata.
“Siamo nati a Fermo, ma siamo regionali. Siamo preoccupati – spiegano i vertici – perché l’atto aziendale dell’Ast di Fermo presentato dal direttore generale Roberto Grinta è una bruciante delusione delle aspettative di tante famiglie alle prese con patologie che non è affatto un’esagerazione definire devastanti”.
L’ambulatorio di Fermo, diretto dalla dottoressa Iacopini, è il riferimento per tutte le Marche. “Purtroppo nell’atto non c’è alcuna traccia del livello di cura intensivo/diurno erogabile dall’ambulatorio. Nonostante non ci sia alcun dubbio che un tale livello di cura costituisca in molti casi una necessità assoluta per la riuscita del percorso terapeutico, senza che il paziente debba essere inviato in strutture residenziali, anche fuori Regione, quando non addirittura ricoverato in ospedale, con costi che per l’AST (e dunque per tutti i cittadini) crescono in modo esponenziale” prosegue Fada, che conta su 186 soci.
Anche a livello di accordi con strutture private non c’è nulla, tranne una tabella che dice ’40 posti di residenziale in attesa’. E sarebbero quelli di Torre San Patrizio e della Torre dei Germogli. Nulla di approfondito, nulla per chi ogni giorno è in prima alinea.
“Grinta ci aveva rassicurato in passato, ma quelle parole non trovano conferma. Possiamo solo sperare che l’Ast riveda il piano e non lascia nella disperazione le famiglie”. L’associazione è disponibile a un confronto, a collaborare, lo ribadisce: “Vogliamo scongiurare il pericolo che un servizio così importante possa subire ripercussioni negative di sorta, ma anche perché si individui senza alcun ritardo il modo per garantirne in futuro, con tutti i crismi, l’erogazione dei servizi”.
Grinta, sollecitato, prova a rasserenare il clima anche se nella sua nota neppure nomina Fada, definendola con poca eleganza “un’associazione di volontariato” mentre è la referente unica nel campo dei DCA.
“Il settore è al centro delle nostre azioni, la conferma dalla proroga di un professionista firmato pochi mesi fa peer no interrompere i percorsi terapeutici attivati” sottolinea il Dg. Sarebbe stata una notizia il contrario, a dire il vero.
“Sul tema ci sitiamo confrontando, nel nostro piano aziendale – ribadisce - sono delineati due livelli ambulatoriali, quello ambulatoriale in corso a Fermo e quello intensivo, che intendiamo attivare. Per cui – la promessa finale del direttore generale – continueremo con un confronto costante e costruttivo con il territorio”.