FERMO – Attacca tu che poi attacco io. Eccola Fermana - Imolese. Uno spettacolo per 1.600 spettatori, un numero che da anni non si scriveva in un articolo della fermana. Merito dell’iniziativa ‘coloriamo il Recchioni’ che ha permesso agli under 18 di entrare gratis allo stadio.
E i baby tifosi hanno ripagato la società. da un lato la tribuna piena con i tifosi e gli adulti, pronti a sollevare un lungo striscione dedicato a Mario Scarfini, ricordato anche con il minuto di silenzio iniziale. Superata la centrale con il suo solito centinaio di tifosi, ecco la tribuna est dove ad alzarsi sono le voci bianche dei più piccoli, con tanto di bandierine che sventolano.
In questo clima la Fermana non poteva che offrire il meglio di sé, anche se i brividi non sono mancati. Si sapeva che l’Imolese ama giocare a calcio, cosa che significa anche aprirsi alle offensive degli avversari. E la Fermana ha saputo fare tesoro del piano partita di Riolfo, che magari avrebbe voluto evitare qualche emozione di troppo quando attaccano i bianchi di Fontana, ex colonna dell’Ascoli dei Diabolici.
Attacca tu, palo di Bendetti a Ginestra battuto, che attacco io, e a fare gol alla fine è stato capitan Urbinati, pronto a sfruttare i suoi centimetri e a infilare Rossi di testa. è il 32esimo, il Recchioni esplode di gioia e il lungo striscione ‘Buon viaggio Mario, fermano d’altri tempi’.
Per i gialloblù la partita cambia, l’Imolese riprende a spingere e si apre. Il secondo gol, di Luca Cognigni, è frutto proprio della distrazione degli ospiti che su una palla che rimbalza in area sono in ritardo e il bomber non deve fare altro che tirare. Un premio per l’attaccante che anche nella ripresa, fino al 29’ quando uscirà, è impeccabile nel riempire gli spazi vuoti e nel difendere ogni pallone che i compagni gli affidano.
Andare a riposo sul 2-0 è il massimo che i 1600 potessero aspettarsi. Restano in silenzio i dieci coraggiosi tifosi arrivati dalla Romagna. Anche perché Turchetti non inventa e la Fermana, così, continua a macinare gioco. Non si accontenta mister Riolfo che spinge i suoi tra un urlo e un’indicazione.
Ma soprattutto non hanno alcuna intenzione di deludere i tanti tifosi e i canarini. Che ora sperano che i biglietti omaggio si trasformino, almeno in parte, in tagliando acquistai per le prossime gare. Il 3-0 è nell’aria, perché Ginestra blocca ogni chance dell’Imolese, e alla fermana per due volte manca solo l’ultimo passaggio, quello di Rodio. Che poi si riscatta in maniera impeccabile con un gioco a due insieme con Frediani.
Trenta metri di scatto per Rodio, testa alta e palla per Cognigni che entra in area, dribbla un uomo e tira. Il pallone andrebbe fuori, ma c’è Pannitteri sul secondo palo, tutto solo, dimenticato dalla difesa dell’Imolese, che segna. Forse fuorigioco, ma gira tutto bene oggi e quindi il pallone torna a centrocampo tra gli abbracci e gli applausi dei tifosi.
Una grande Fermana, che ha trovato in Rodio uno stantuffo, ben coperto da Sperotto, in Mbaye un mastino insuperabile e soprattutto in Cognigni l’instancabile perno a cui affidarsi. Avanti così, con la classifica che si accorcia.
Un solo appunto, sentire la tribuna piena di bambini urlare ‘scemo scemo’ al portiere avversario, o a uno dei cinque tifosi, non è stato bello, il buon tifo si costruisce da piccoli, insegnando che si grida per la propria squadra e non si insulta l’avversario.