di Raffaele Vitali
FERMO – Nel primo momento di difficoltà, ci mettono la faccia i senatori. Domenica è arrivato il capitano Gianluca Urbinati, 48 ore dopo, a mente fredda, Luca Cognigni. La sconfitta con il Montevarchi ha fatto male e il capitano non le ha mandate a dire: “Bisogna lavorare a testa bassa e parlare poco. Questa è la cultura della Fermana: sudare, correre e fare i punti. Perché sono le vittorie che fanno la differenza. Dobbiamo cambiare marcia”.
Ora è il turno dell’attaccante made in Fermo. “Vengo da molti mesi di stop, sono quattro settimane che lavora con il gruppo. La condizione non è ancora ottimale. Il mister saprà usarmi al meglio. Mi sono messo a disposizione, anticipando anche i tempi inziali. Un grande lavoro con lo staff durante l’estate per poter scendere in campo”.
L’infortunio di Marchi gli apre le porte del campo: “Titolare? Sarà lo staff a decidere, di certo è una grande perdita”. I suoi muscoli sono ormai a posto, “non mancano i dolori. Ma è qualcosa che era facile attendersi dopo un intervento con tanto di placca. I fastidi non mi hanno mai fermato. Certo, dopo aver rotto e recuperato i crociati, che hanno tempi più lunghi ma ti fanno camminare prima, la prima parte di gestione dell’infortunio è stata logorante. Perché sono dovuto stare due mesi fermo, non facile mentalmente”.
Cognigni, cosa non sta funzionando in campo?
“A caldo le parole del capitano sono comprensibili. Poi a mente lucida, quando si analizzano le partite, non si possono paragonare. Voglia e malizia non mancano, ma quando cambia tanto ci può stare che ci voglia un po’ di più per ritrovarsi. Con la Viterbese alla fine potevamo vincere. A Gubbio io ho sbagliato un gol clamoroso, che nove volte su dieci segni, se non avremmo preso un punto. Potevamo essere a quattro e non a un punto in classifica. Chiaro che non possiamo fermarci agli episodi come giustificazione”.
Il Montevarchi vi ha stupito?
“Carichi di entusiasmo, sono venuti a giocarsela al Recchioni mettendoci in difficoltà dal puto di vista fisico, erano molto brillanti. Noi stiamo pian piano entrando in condizione”.
E ora il Modena.
“Sulla carta è la schiacciasassi, ha un gruppo con cui dovrebbe stravincere il campionato. Anche loro hanno avuto una partenza zoppicante, ma essendo un gruppo molto esperto e strutturato ha bisogno di tempo per entrare in condizione. Sarà una gara molto complessa, dovremo concedere il minimo perché a loro basta poco per fare gol”.
Modena gara spartiacque?
“L’anno scorso costò l’esonero ad Antonioli, ma eravamo alla tredicesima giornata. Dopo tre è un po’ presto parlare di gara decisiva. Di certo se noi riuscissimo a fare risultato, sarebbe una bella iniezione di fiducia”.
Come vive le sconfitte Domizzi?
“Un uomo che ha grande lucidità. Non possiamo parlare di serenità, perché a nessuno piace perdere. Ma di certo l’approccio è costruttivo”.
Per voi attaccanti cosa è cambiato da Cornacchini?
“Il condor era molto agonistico, soprattutto sulla seconda palla. Oggi si lavora sulla costruzione anche dal basso. Poi noi dobbiamo fare quello che ci viene chiesto”.
Sono tornati i tifosi, ve ne aspettavate di più?
“Intanto l’importante è riaverli in tribuna. Il calcio senza pubblico è un’altra cosa. Seicento fissi? Tra restrizioni varie è anche comprensibile che qualcuno si sia perso. Ma sono certo che cresceranno. Da fermano tutti vorremmo avere i tifosi in curva, la nostra poi è un unicum. Un pochino manca, ma la scelta è stata ponderata, possiamo solo sperare che appena la pandemia ce lo permetterà si riapra”.
Le critiche dopo queste prime giornate fanno male?
“Tutti dobbiamo essere lucidi. La prima giornata abbiamo dato tanto. Magari contro il Montevarchi può essere stato percepito un ‘non lottare’ che però non è reale. Gli avversari vanno considerati, erano giovani e atletici, quando giochi alle 1430 non è così semplice correre dietro gli altri. Quindi non parliamo di squadra che non lotta, ma solo che sta ingranando”.
Aumenta il peso nello spogliatoio?
“È il mio quinto anno con la maglia canarina. Sono di Fermo. Un mio compito è anche trasmettere ai nuovi il senso di fare parte in questa squadra in cui qualcuno del gruppo storico ancora c’è”.
L’anno scorso un punto in cinque partite.
“Incontrammo le migliori. Quest’anno il campionato è totalmente diverso, se analizziamo le squadre, ce ne sono di più tra chi lotta per la salvezza”.
Questa Fermana è più completa di un anno fa?
“Non sono io a poterlo dire. Di certo non ci aspettavamo gli infortuni di giocatori come Scrosta, De Pascalis e Marchi. Questo cambia subito qualcosa. Ma il gruppo può sopperire a ogni assenza, se dà il 110%”.