FERMO - Il direttore sportivo Massimo Andreatini torna a parlare nella ‘sua’ sala stampa, quella del Recchioni.
Andreatini, chi glielo ha fatto fare di tornare con la Fermana ultima in classifica?
“Sono qui perché ci credo e per cercare di contribuire a dare una mano a sciogliere una situazione ingarbugliata”.
Ma lei serve a calmare la piazza o a raggiungere la salvezza?
“Da quando sono arrivato ho animato più che calmato. Ma non c’è da scherzare. Siamo qui insieme per tirare fuori quello che la squadra ha, per cercare di venirne fuori. Se non avessi creduto nel potenziale, non sarei qui. Ve lo assicuro”.
Che gruppo ha davanti?
“Una squadra in difficoltà psicologica. E questo poi si ripercuote su fisico e tecnica. Dobbiamo superare la depressione da risultato, trasformandolo in rabbia agonistica, solo così otterremo i risultati. Domenica, invece, abbiamo fatto il contrario, e abbiamo ceduto al primo colpo due volte domenica abbiamo avuto la possibilità di svoltare e invece niente. Prendo il buono, ma non possiamo permetterci pochi minuti di livello. Basta col nervosismo”.
Andreatini lei torna a Fermo dopo mesi. Come li ha vissuti?
“Per me vedere la Fermana in basso è una sofferenza. E lo sarà anche nel futuro. Per questo voglio rialzarmi. Io sono un passionale e come me chi sta qui. Guardare tutto da fuori mi ha fatto stare male, ma siamo a novembre, quindi possiamo rimettere la barca dritta e puntare verso il porto. Non a parole però”.
Venne davvero cacciato perché l’uomo di Gianni?
“L’ho fatto perché volevo fare il bene della Fermana. Con la proprietà mi sono chiarito e avevo spiegato ogni passaggio. Una pagina chiusa, quasi banale, da cui andare avanti”.
Grassi e Andreatini, funzionerete insieme?
“Ci conosciamo bene. I giocatori bravi ci sono. Parto da Misuraca, che abbiamo voluto qui. Domenica c’è tata questa situazione sgradevole, con un gesto di reazione a uno stato d’animo particolare. Però ha chiesto scusa. Io ho bisogno di trenta giocatori caratteriali così, che non raggiungano l’eccesso di Misuraca, ma è il segno di avere il sangue nelle vene. Questo approccio serve dai tifosi, che ci spingono, ai giocatori. Ho chiesto a chi non se la sentisse, all’interno dello spogliatoio, di mettersi da parte. Perché se no qui non può stare. A noi interessa che quando si riesce a raggiungere un risultato positivo, un pareggio o una vittoria, va conservato. Chi non ci crede, stia fuori. Per giocare qui servono gli attributi, fanno parte del corpo qui ci sono giocatori che hanno dato il 30%, non va bene. Tutti insieme proviamo a salvarci. Misuraca è l’esempio”.
Solo sette punti, preoccupato?
"Abbiamo 5 partite prima di Natale, poi tutto il girone di ritorno. Vogliamo arrivare alla sosta in una situazione di classifica migliore. Non sono preoccupato, chi sta davanti a noi deve sentire la nostra pressione. Noi abbiamo la forza di un popolo che ci può trascinare in un modo incredibile. Ora riaccendiamo la fiammella e togliamo la preoccupazione".
Andreatini, Protti è l'uomo giusto?
"Tra sanguigni ci siamo chiariti su tutto. Lui è il primo a soffrire di quanto accade, ma è uno che 24 ore su 24 lavora sulla Fermana. Qui ci crediamo tutti, altrimenti andiamo a casa. Nessuno mollerà di un centimetro".
Pronto per il mecato?
"Sono convinto cche chi oggi ha dato il 40% può cambiare il suo futuro dando il 100%. Quindi oggi sono tutti sotto osservazione, perché se la situazione non cambia, ognuno si prenderà la sua responsabilità. La società ci ha dato libertà di azione".