FERMO – La notizia di giornata non è tanto nel finale, purtroppo negativo, ma nel gioco. Almeno per una cinquantina di minuti, la Fermana di mister Antonioli è tornata. Sempre il marchio di fabbrica, ovvero l’aggressività, il contatto fisico, la corsa a inseguire l’avversario col pallone, ma a questo si è aggiunta la costruzione dell’azione, il passaggio.
Merito dell’evoluzione dei canarini è anche nell’avversario di turno. Perché i primi 45 minuti del Carpi sono stati uno spettacolo. All’inizio la Fermana si è fermata ad ammirare la capacità di uscire palla al piede di Sabotic e compagni. Ha ammirato la bravura di Giovannini, un 19enne che sa davvero quello che vuole. Il problema di questo Carpi è che è un po’ spuntato, tanto gioco, tanti passaggi, ma poi alla fine Ginestra fa poco. Tolta una gran parata al 17’ su tiro di Fofana. Sarebbe angolo, ma l’arbitro non vede il tocco di Ginestra, invece fondamentale per evitare il gol.
È la campanella che sveglia i canarini. Entra in partita Boateng, sempre più bravo spalle alla porta. Difende il pallone, alza la testa, serve dopo un paio di tocchi, senza quindi mai esagerare il compagno più libero. Nasce così l’occasione di Bigica al 20’. E così un’altra di Neglia pochi minuti dopo. Fino a diventare protagonista in proprio al 44’ scattando sul filo del fuorigioco. Peccato solo che il tiro, angolato, finisce sui guanti di Rossini.
Tra una occasione e l’altra, c’è il gioco. Continuo, costante ed elegante quello del Carpi. Ordinato, ma più legato alla corsa e agli uno due quello dei gialloblù. E così, tanti applausi ma niente reti e un po’ di fatica.
La partita cambia quando il tecnico avversario, il focoso Calzavara, indovina il cambio. Fuori l’ex Maurizi e dentro l’attaccante di peso Carletti. La Fermana tarda a prendere le misure al nuovo e il Carpi ne approfitta subito. Sul calcio d’angolo Lomolino pennella al centro dell’area e Carletti, completamente solo, non deve fare altro che appoggiare in rete di testa (19’).
Questa volta la reazione tarda ad arrivare. È stanca la Fermana, mentre il Carpi continua a far girare il pallone, tenendolo sempre a terra. Ai canarini manca la calma in mezzo al campo di Urbinati, uscito zoppicante, ma soprattutto non c’è più il gioco. Si spera nell’errore del Carpi, ma gli emiliani li commettono solo quando si avvicino alla porta avversaria, come al 33’ quando leziosamente ritardano il tiro seppur in vantaggio numerico, mai nei propri venti metri.
L’’estrema ratio di Antonioli ha il volto di Cognigni e Grbac. Una Fermana sbilanciata che va vicina al pareggio nel recupero conn una rovesciata dell'attacante fermano, ma che soprattutto si riprende il campo, quello lasciato in gestione ai biancorossi troppo a lungo. E su questo Antonioli dovrà riflettere, perché cambiare anche prima si può, soprattutto quando c’è chi passeggia da troppo tempo come Bigica e in panchina hai chi invece l’erba la mangerebbe pure, Grbac.
Raffaele Vitali