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Fermana, le lacrime del dg Conti bagnano il futuro: "Mi dimetto, sento la responsabilità della retrocessione"

9 Giugno 2022

di Raffaele Vitali

FERMO – Fabio Massimo Conti, per tutti il direttore generale, si siede davanti al tavolo, non vuole più la scrivania tra sé e la stampa o forse la città. Una chiamata improvvisa, “ma che ho pensato a lungo”, per parlare. Ha atteso il giorno dopo il consiglio direttivo in Lega. Lascia una squadra riammissibile o ripescabile “perché non abbiamo mai avuto sanzioni. E questo perché il gruppo di lavoro è stato serio e professionale”.

DIMISSIONI

“Dopo nove anni lascio la Fermana, dal primo luglio”. Eccolo l’annuncio. Si dimesso in maniera irrevocabile dopo la retrocessione di quest’anno. “Un atto dovuto e giusto, mi prendo le responsabilità sportive di quanto successo in campo. E quindi ci metto la faccia”.

Lo ha sempre fatto Conti, che si trattasse di una promozione o di una sfida salvezza. “Quando c’è un risultato negativo, bisogna fare la cosa giusta”.

Se ne va dopo sei stagioni sportive in C con gli obiettivi costantemente raggiunti, “che non significa sempre vincere come fatto in serie D”. Vincere è stato riportare a Fermo il professionismo dopo 11 anni. Ha gli occhi lucidi il direttore generale: “Abbiamo raggiunto il secondo risultato più importante, i play off nella seconda stagione in serie C, quando per un mese siamo stati anche primi in classifica. E meglio venne fatto solo con la vittoria di Battipaglia”.

GIOCATORI E RAMMARICO

Rivendica le salvezze, “tutte dignitose”, e gli anni tranquilli. “Questo testimonia che i percorsi sportivi sono stati ottimi e virtuosi, grazie anche ai budget non fra i più importanti della categoria”. Anni in cui qualche giovane si è affermato, anni in cui qualcuno si è rilanciato: “Penso a Maistrello e Rolfini, che qui non avevano brillato e oggi sono capocannonieri. King e Costantino, o i tanti ragazzi da Gemello a Bertagnoli e Venturi”.

Ci sono anche quelli che ho come rimpianto, avendoli scelti ma poco usati: “Nepi, preso svincolato dall’Ascoli e che aveva fatto bene prima di essere ceduto a gennaio; Alagna, che ha fatto benissimo in D e approderà presto in B”. Tra i rammarichi c’è anche Demirovic: “Bravi spesso a individuare, meno a valorizzare. Ma sono contento per loro”.

Successi e lacrime per il direttore generale, che il calcio lo conosce. Eccome. Tuona mentre parla, piove fuori dalla finestra, non poteva che essere così per chi da ascolano doc è diventato un figlio del Girfalco e ora se ne va: “Comotto, Urbinati, Ginestra, Sperotto, Scrosta, Cremona, Cognigni, Molinari, Iotti, Petrucci e Misin li porterò nel mio cuore”. Colonne della sua ascesa anche come dirigente. “Poi ci sono quelli che hanno dato tanto, pur giocando meno come D’Anna, Neglia, De Pascalis e tanti altri. Uomini veri”.

IL COLPO DI MERCATO

Forse Molinari, “che in un anno e mezzo ci ha dato tantissimo. E poi Lupoli e Sansovini, nel primo anno di serie C, che sono serviti anche per far girare il nome della Fermana nel calcio professionistico. Ma anche la cessione di Petrucci che ci permise di valorizzare un nostro talento. E ovviamente Neglia oltre a Bertagnoli che ero certo sarebbe arrivato in alto”.

I MISTER DEL CUORE

Ne sono passati sotto di lui anche dietro la scrivania e in panchina. In primis Andreatini. “E poi i mister: Iaconi, un secondo padre, Destro e le sue promozioni, Cornacchini e Mauro Antonioli. Con loro ho un legame d’affetto”. Non cita gli ultimi, a cui non risparmia una stoccata: “Anche nell’ultima partita siamo entrati male in campo”. È stato anche l’uomo che ha saputo organizzare una sede, se vogliamo una società da professionisti fatta anche di addetti stampa e collaboratori “che non appaiono sui giornali, ma hanno reso possibile i miei nove anni”.

Un grazie anche a Paolo Calcinaro e Alberto Scarfini, “tifosi prima ancora che amministratori della città. loro sono una vera risorsa, sono poche città che hanno questa fortuna”.

LE PARTITE PIU’ BELLE

“Ricordo un Fermana – Vis Pesaro 4-3 in serie D, con doppietta di Misin. Fermana – Matelica, quel 2-1 con cui abbiamo vinto il campionato. E Fermana – Samb in serie C interrotta per l’incendio della centralina, una gara che ci diede forza e fiducia per affrontare una grande stagione. Neglia che segna al Riviera delle Palme. Mentre penso che una gara che sia rimasta negli occhi di tanti è quella di Padova quando vincemmo 1-0 con gol di Manetta”.

L’AMICO VECCHIOLA

Maurizio Vecchiola, “amico e main sponsor”. Per lui Conti si prende una pausa prima del ringraziamento che definisce ‘speciale’: “A lui dico grazie per la fiducia che ha avuto per i nove anni a Fermo e quelli precedenti a Montegranaro. Lui e la sua famiglia hanno sempre fatto importanti sacrifici, garantendo alla Fermana di scendere in campo ogni settimana grazie alle loro risorse. Io e lui siamo davvero due amici, il fatto che rimanga è importante. Molti ci vedevano sempre abbinati, ora sarà lui a dare continuità al progetto avviato insieme e che mi auguro resti professionistico”. Con Vecchiola dice grazie ai soci, partendo dal presidente Simoni.

“Il mio ultimo pensiero è per Fermo, i suoi tifosi. Una tifoseria che è tale perché c’è sempre stata. Anche nei momenti difficili, come quest’anno a Viterbo, dove ci hanno creduto più di tutti. per loro il dispiacere più grande”.

Le dimissioni sono irrevocabili, “è giusto così”. Poteva restare, “ma ci sono momenti in cui è necessario cambiare. Dopo nove stagioni deve esserci un cambio alla guida della società. Nove stagioni sono un tempo lunghissimo per il mondo del calcio. Chi verrà dopo di me spero ottenga risultati migliori dei miei. Ormai ho dato tutto, anche la salvezza non mi avrebbe fatto restare a Fermo”.

IL SUO FUTURO

Il futuro è da disegnare: “Mi auguro il prosieguo della mia carriera. Di certo qui ho fatto un’esperienza che mi ha anche permesso di ridare credibilità a una società che mancava da tempo dal professionismo. Ci è voluto tempo per far sì che gli addetti ai lavori mandassero giocatori. Volevano conferme, servivano stagioni, quantomeno un girone per far vedere che la fermana era una certezza, solida”.

In questi giorni tante società hanno chiamato per augurare il ripescaggio ai canarini, “perché vogliono proseguire le collaborazioni avviate”. E questo nonostante errori commessi. “Me ne riconosco diversi. Di certo avrei dovuto fare qualcosa di diverso nel momento in cui si poteva cambiare aa gennaio. Sulla cessione di alcuni giocatori mi sarei dovuto impuntare. Qualcosa avrebbe cambiato”.

Squadre costruite con poche risorse: “Non ho dubbi che avendo budget più alti imparerei a spenderli. Pensare di tornare in una squadra di vertice della D? Ci rifletterei. Però sono importanti i progetti e le persone che ci stanno dietro. Questo mi farà decidere il mio futuro. Mi piacerebbe anche tornare in campo, è un ruolo in cui sono certo che potrei dare di più” conclude con un mezzo sorriso, il primo di chi a Fermo di certo lascia un pezzo del suo cuore colorato di gialloblù, anche se da sempre bianconero.

“Sarebbe bello che prima di andarmene riuscissi a firmare per la riammissione, vedremo dopo il 22 giugno sapendo che poi servirà pazienza perché i tempi della burocrazia calcistica sono lunghi e prima di fine luglio non si costruirà il futuro” conclude l’ormai ex direttore generale.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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