FERMO - Ultime ore per conoscere il destino della Fermana, in bilico tra la serie D, che le spetta di diritto, e la serie C che potrebbe riconquistare pagando 300mila euro e garantendo fideiussioni per oltre mezzo milione.
Sindaco Paolo Calcinaro, sta seguendo le vicende della Fermana?
“Come ogni tifoso e con l’essere in più primo cittadino di Fermo che mi fa sentire coinvolto”.
Ma ce la farà la Fermana a restare in serie C?
“Spesso da fuori non si comprende la complessità delle situazioni. Dietro un ripescaggio passano tanti fattori che l’attuale dirigenza, che è tra l’altro in fase di riorganizzazione, sta affrontando. Dalle risorse alla burocrazia, sono tante le incognite”.
È fiducioso?
“Soprattutto so che si sta facendo il possibile. Ho avuto modo di parlare con la società a tutti i livelli. Posso dire che se tra 48 ore la Fermana sarà in C sarà stato fatto un miracolo con tanto di nomi e cognomi”.
La spaventa l’ipotesi serie D?
“Parliamo sempre di un campionato nazionale e che fa parte della storia della Fermana. Chiaro che tutti vorremmo i professionisti. Ma la D è la serie che il campo ha detto la Fermana meritare. Di certo, se non riuscisse l’operazione Lega Pro, tutti, dal primo all’ultimo tifoso, ci impegneremo per essere comunque vicini alla squadra”.
C’è la forza economica per giocare tra i professionisti?
“Questa provincia ha imprese importanti. Purtroppo non sono molti gli sponsor vicini alla Fermana insieme con Finproject. Ma quelli che ci sono e ci sono stati li ringrazio perché hanno condiviso soddisfazioni per squadra e città. Ognuno può fare di più ma di certo la società sta lavorando, conscia anche degli errori commessi nell’ultima stagione che hanno portato a una evitabile retrocessione”.
Il Comune che ruolo ha?
“Siamo dei facilitatori. Se chiesto, possiamo mediare, fare matching. E poi ci sono gli interventi, come quelli fatti al Recchioni, sulle strutture. Luci, fondo, supporto per la creazione del museo, dove possiamo arriviamo, la Fermana è un patrimonio, non una semplice società sportiva. Avevamo un sogno comune legato alla Cops, ma non è stata utilizzata e valorizzata come sperato”.
Raffaele Vitali