FERMO – Il palo dice no alla Fermana. Addio play off, resta una grande salvezza raggiunta in anticipo per capitan Urbinati e compagni. Peccato, perché gli ultimi venti minuti di partita sono stati uno spettacolo. Ma il primo tempo, giocato al piccolo trotto, grida vendetta. E il gol della Virtus Verona arrivato al 93’, con il migliore in campo, De Marchi, è solo la beffa alla fine di una gara sfortunata. La rabbia per la rete arrivata dopo un’azione dubbia è la riprova che i canarini speravano davvero nel colpo grosso. Ma avrebbero dovuto crederci dal primo minuto.
INIZIO LENTO
Zero emozioni, i primi 45 minuti non verranno ricordati. Poche emozioni, ma soprattutto poche idee. La Virtus Verona ogni tanto ci prova, soprattutto sulla fascia di Pittarello, che è quello che impensierisce di più la linea difensiva della Fermana.
Massolo, titolare la posto di Ginestra, non corre in realtà pericoli, perché la mole di gioco prodotta dagli ospiti spesso si esaurisce sui 16 metri. Quelli che la Fermana non riesce praticamente mai a raggiungere, tranne che in una mezza occasione al 39’ quando Urbinati e Neglia si trovano a memoria, ma poi Grbac sbaglia l’assist finale per l’attaccante pugliese.
I tifosi, rimasti fuori per l’ennesima partita, hanno provato a caricare i giocatori con un lungo striscioni, posizionato alla base della curva Duomo: “Maurizio Vecchiola, mister, giocatori e società siete l’orgoglio della città”. Nel primo tempo la gara non è andata come tutti speravano, Cornacchini lo ha capito e così ha provato a ridisegnare la squadra.
RIPRESA SPUMEGGIANTE
Voleva aspettare ancora, ma il rischio corso al 3’, quando De Marchi tutto solo ha angolato troppo il tiro graziando Massolo, e l’altro dopo sei minuti in cui Scosta e Massolo proprio non si intendono, ha convinto Cornacchini: fuori Cremona e Grbac, dentro Cais e Iotti.
Una Fermana più offensiva per provare almeno a tirare una volta in porta. E ci riesce con Neglia. Per dieci minuti le squadre dimenticano il centrocampo, si allungano e iniziano i lanci lunghi tra colpi di testa di Scrosta e tentativi di inserimento di Boateng, mai come oggi fuori partita.
Le chance play off restano vive, il Gubbio sta perdendo a Imola, tre punti significherebbero giocarsi tutto con il Legnago. Sembra capirlo Neglia quando al 62’ viene annullata la rete al Gubbio, l’attaccante inventa e tira a colpo sicuro ma il pallone si alza sopra la traversa. La squadra vuole provarci e Cornacchini gli dà ulteriori stimoli: fuori Graziano e dentro D’Anna.
Venti minuti, bisogna provarci. La benzina è poca, ogni azione veloce seguono almeno tre minuti di palleggio snervante che addormenterebbe anche un furetto. La Virtus Verona con il pareggio mantiene vie le speranze play off, lo sa bene e controlla il gioco lasciando al solo De Marchi il compito di paventare Scrosta e compagni.
MALEDETTO PALO
Il palo si intromette tra la Fermana e il suo sogno: al 30’ della ripresa Neglia riceve fuori dall’area. Vede Sibi fuori posizione, carica il destro e punta il palo lontano. Sembra gol, ma centra il palo. Ma non basta, tre minuti dopo è Boateng in rovesciata prima a impegnare il portiere ospite e poi ancora in rovesciata a centrare il palo. Un gesto atletico e tecnico, ma la fortuna è con i veneti.
È superiore la Fermana, i cambi l’hanno rigenerata e hanno dato ai giocatori la convinzione di poter vincere. Anche l’ultimo cambio, Palmieri per Sperotto, è l’estremo tentativo di per trovare il gol vittoria. Ma niente, la porta di Verona è stregata, mentre proprio all’ultimo minuto si apre quella della Fermana dopo un’azione contestatissima, con un fallo di mano non fischiato.
Resta il rammarico per il primo tempo regalato agli avversari, ma il calcio mostrato nella ripresa è da applausi, quelli meritati dei pochi spettatori che hanno vissuto l’ultima partita di questa stagione al Recchioni.
r.vit.