di Francesca Pasquali
FERMO - Lo sport che fa bene. Quello sano, che aggrega e aiuta. Succede a Fermo, dove la Fermana metterà all’asta le magliette che i calciatori indosseranno sabato sera nella prima di campionato, al “Recchioni”, contro la Viterbese. Il ricavato andrà alla Comunità di Capodarco che lo userà per portare avanti il progetto di doposcuola iniziato in piazzale Sagrini e che, adesso, vorrebbe replicare al Terminal, e per l’accoglienza dei profughi afghani. A fare da collante la famiglia Cisbani, sponsor della società, che, con il brand Reapta, ha lanciato l’iniziativa che debutterà nei prossimi giorni sul Marketplace di Facebook.
«Facciamo parte di una storia, di un territorio e di una dimensione, quella fermana, che ci vede protagonisti. Tutto quello che può farlo conoscere e valorizzare è importante», ha spiegato il direttore della Comunità di Capodarco, Riccardo Sollini. «Oltre a essere una realtà sportiva – ha aggiunto – la Fermana è un catalizzatore sociale. Come le nostre realtà che fanno emergere la dignità delle persone nel rispetto della loro quotidianità». Presenti anche l’allenatore della Fermana, Maurizio Domizzi, il direttore generale, Fabio Massimo Conti, e la punta Luca Cognigni.
«Lo sport, il calcio in particolare, è un enorme catalizzatore sociale. Per quello che si può, va sfruttato», ha detto il primo. «Lo sport deve essere il primo veicolo per promuovere questo tipo di iniziative e per andare incontro alle persone meno fortunate che hanno bisogno di questo tipo di integrazione», le parole del secondo.
«Essere fermano e cercare di avvicinare tutte le parti del territorio fa sempre piacere», il commento del terzo. Le conclusioni al presidente della Comunità, don Vinicio Albanesi, che ha svelato come verrà utilizzato il ricavato dell’asta: per il doposcuola al Terminal e per l’accoglienza delle famiglie afghane. Due gli appartamenti messi a disposizione dei profughi dalla Comunità, più quattro o cinque posti letto per ragazze sole e mamme con bambini piccoli.