FERMO – Prima giornata, primo pareggio che sa di beffa. Il primo tempo della Fermana, chiuso sul 2-0, resterà nel ricordo dei 600 tifosi, 500 paganti per un incasso di 4500 euro, che hanno sfidato il freddo per rivedere dal vivo i beniamini. Tanti anche quelli collegati su Stazione41, la web radio che si è assicurata i diritti delle radiocronache delle partite di Lega Pro. Il problema è che poi, nel calcio, si gioca per 90, e più, minuti e non solo 45.
Sarà per il pubblico, sarà per i nuovi schemi, ma il colpo di testa di capitan Urbinati un anno fa avrebbe preso la traversa. Perché la fortuna non faceva parte del mondo gialloblù. Ma un nuovo corso si vede anche in questo. E così, gol del vantaggio al 6’. Che la serata fosse felice lo si capisce al 21’ quando la rimessa laterale viene toccata di testa da un canarino, il pallone sembra passare indenne in mezzo all’area, se non fosse che Bolsius saluta a modo suo Cristiano Ronaldo: rovesciata e gol.
La curva Duomo è chiusa, i tifosi si sono solo spostati in tribuna laterale e da lì si alza l’urlo, seguito da un lungo applauso. La Viterbese prova a reagire, ma la Fermana è concentrata, non lascia spazi liberi e così solo qualche tiro da fuori per provare a impaurire Moschin, che resta concentrato.
La ripresa non sembra cambiare il corso degli eventi. Ogni minuto rafforzava il lavoro del direttore generale Fabio Massimo Conti, ogni sua mossa. A cominciare dall’attaccante Marchi, che se non segna regala perle, come quella che ha permesso a Nepi, freddo davanti al portiere avversario, di siglare il 3-0. Un’azione corale, iniziata con una palla rubata e subito giocata da Graziano, poi l’intesa tra Urbinati, Bugaro e Marchi.
Chiaro che di fronte a una gara dominata, ci possa essere un calo di concentrazione. Solo che le grandi squadre, come è la Viterbese, poi ti puniscono. Lo ricorda a Domizzi e compagni Ottavio Murilo al 65’. È il 3-1 che ricarica le pile agli ospiti. a tal puto che dopo tre minuti con un tiro da oltre venti metri, Volpicelli trova l’incrocio, dove Moschin non può arrivare. Sembra incredibile, ma è 3-2. Domizzi sogna il time out per fermare tutto, ma il calcio non è il basket. E così si limita a preparare i due giocatori che si alzano dalla panchina: fuori Nepi e Bugaro, dentro Capece e Lovaglio. Abbassa il baricentro il mister, ma la Viterbese va a qualche centimetro dal pareggio.
Lo stadio si ammutolisce, i giocatori traballano come il pugile che incassa un doppio colpo nel giro di pochi secondi. Le urla di capitan Urbinati fanno tremare il Recchioni, ma le gambe dei suoi compagni sembrano stanche. Cambi in serie, prima Mbaye per aumentare la fisicità, poi esce il gioiellino Bolsius per Alagna. E pian piano i canarini riprendono campo, a dimostrazione che il primo tempo non era stato un caso, ma un vero piano partita. Mordini la fascia l’ha consumata, percorrendola avanti e indietro senza sosta.
Quando si alza il tabellone luminoso con il 4, i 600 tifosi accompagnano ogni azione con urla e fischi. Ormai è fatta, pensano tutti. ma no, la Viterbese è stata costruita per guardare la serie B e quindi non può arrendersi. Al 92’, la beffa dopo che la Fermana aveva avuto l’occasione per chiudere il match: Dias tira e segna. È il pareggio, è l’amaro risveglio dopo una grande partita. È la conferma che in Lega Pro nessuna gara è finta fino a che l’arbitro non manda tutti nello spogliatoio.
Squadra stanca, ma con un ottimo potenziale. Sta ora a Conti, nelle ultime 48 ore di mercato, regalare a Domizzi i tasselli mancanti, evitando magari di privarlo di pedine chiave come l’attaccante Nepi.