FERMO – Un grande primo tempo al Recchioni. Quando la Fermana trova un prato decente e una squadra che ama giocare a calcio, tutto diventa più facile. Il Chieti ha un solo obiettivo, vincere per stare in vetta. Ma i canarini devono riscattare un paio di prestazioni anomale e dare una gioia al pubblico.
Partita ad alto ritmo, forse troppo, in cui brilla il piede destro di Sardo. Va precisato il destro, perché se avesse anche il sinistro buono, a parte che non starebbe in serie D, la Fermana avrebbe chiuso il primo tempo in vantaggio.
Invece, 1 a 1. Frutto di due lampi. Il primo al 25’ con Donsah che da fuori area trova l’angolo dove Di Stasio non può arrivare. Il secondo è invece di Lomangino che si accartoccia e di testa, al 30’, riesce a superare Servalli. In mezzo, ottime occasioni da una parte e dall’altra. Le più nitide sono della Fermana che centra una traversa con Sardo, spreca con Bianchimano e alla fine, dopo che Sardo dribbla due giocatori in area piccola ma non segna, va meritamente nello spogliatoio tra gli applausi del Recchioni, dove si fanno sentire anche i 400 tifosi ospiti.
Nel primo tempo i padroni di casa, che hanno perso nel riscaldamento Karkalis, hanno controllato la fascia sinistra, l’asse Casucci – Sardo funziona molto bene e soprattutto Lomangino palla a terra fa male alla difesa dell’ex Napoli Ignoffo.
Nell’intervallo il tempo cambia, una pioggia fitta bagna il prato dello stadio di Fermo. i ritmi si abbassano, quello che no cambia è la voglia di Romizi di portare palla dalla difesa fino alla metà campo avversaria, con conseguenze no sempre felici, come il contropiede che genera una sua palla persa sulla tre quarti che spaventa Bolzan. Nonostante la pioggia, la partita resta molto corretta, peccato che l’arbitro non se ne accorga e dimentichi spesso di concedere ‘il vantaggio’ continuando a fischiare falli perché spesso posizionato male.
L’unica emozione dei primi 25 minuti di ripresa la regala Bianchimano con un assist di tacco per Mavrommatis, che ha ottimi tempi di inserimento. Ma il tiro della mezz’ala finisce nelle manidi Servalli. Le gambe sono stanche, Bolzan deve iniziare a cambiare gli uomini. Anche Sardo finisce sotto la doccia dopo l’ottimo primo tempo, dentro Ferretti per ridare brio all’attacco. E lo stesso fa il Chieti. Nel giro di dieci minuti sono otto i cambi. E la pioggia scende sempre più forte.
La Fermana trasforma la sua metà campo nella linea Maginot, tutti dietro. L’uscita di Bianchimano, al suo posto Bartoli, è la mossa finale di Bolzan per difendere il prezioso punto. Davanti resta, solitario, Lomangino. Il Chieti ci crede, ma vuoi il campo bagnato, vuoi che il ritmo del primo tempo ha stroncato anche le gambe della capolista, ma di occasioni vere non ne crea mai. A aprte qualche palla insidiosa in area nei minuti di recupero.
Si chiude così un testa coda che non ha messo in mostra tutta questa differenza, a riprova che la Fermana è meglio della sua classifica, soprattutto quando gioca contro squadre che amano il bel calcio, quello pulito, non come la vergognosa tribuna stampa, piena di escrementi di piccione, che ha amaramente stupito anche giornalisti e dirigenti ospiti.
r.vit.