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Fenni e Pilotti, i calzaturieri si mettono l'elmetto: "Sgravio 30% fondamentale. Serve il rating di filiera, il credito sarebbe agevolato. Ascoltateci"

16 Dicembre 2020

di Raffaele Vitali

FERMO – Situazione complessa per il distretto calzaturiero. Per qualcuno la ripartenza sarà nel 2023, per i fiduciosi nel 2022, chi ha un mercato solido nell’inverno del 2021. Di certo non ci sarà turismo per almeno un paio d’anni e quindi il cliente andrà raggiunto in maniera diversa. Non lo nega più nessuno.

“La previsione è di molte chiusure nei prossimi mesi, lo sappiamo e cercheremo di supportare i nostri associati come meglio possiamo” sottolinea Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico, intervenendo al forum ‘Made for Italy’ organizzato da Confindustria macerata.

“Uno dei problemi è che il nostro sistema, parliamo di migliaia di piccole imprese e decine di migliaia di addetti, ha bisogno di formazione e di costare meno. C’è un tema che non si può abbandonare: lo sgravio del 30% alla decontribuzione come al sud. Su questo il Governo ancora tace e spero che il nostro presidente Acquaroli glielo ricordi ogni giorno. A otto chilometri dalla mia fabbrica c’è la decontribuzione, è normale?” prosegue Fenni. Tra l’altro che sia una azione necessaria lo ha dimostrato intervenendo il Ceo di Golden Goose, un colosso mondiale, che produce in Abruzzo e Puglia “ma sarei pronto a valutare anche le Marche”.

Fenni ha una proposta per migliorare la vita degli imprenditori, in particolar modo l’accesso al credito: “Creiamo il rating di filiera. Le aziende non vanno valutate solo sui bilanci, ma su più voci: il rapporto con fornitori e clienti, per cominciare, questo migliora il rating e quindi la possibilità di credito fotografando davvero l’attività della singola impresa”. Un’idea interessante che la Regione valuterà.

Anche perché il credito è complicato. Lo grida Annarita Pilotti, ex numero uno nazionale dei calzaturieri: “Se non fosse stato per i rapporti ventennali con le banche, sarei morta come azienda. Il Governo non dà garanzie. La credibilità è personale, altrimenti saremmo stati lasciti soli. Questo è uno dei tanti esempi di uno Stato che non ascolta e che perde tempo su tutto”.

È preoccupata, ma sempre agguerrita: “Il lockdown ha fatto saltare ogni equilibrio. La nuova generazione ha puntato sul digitale e l’e-commerce. Abituare il buyer all’acquisto della collezione però è complesso. Il consumatore compra una scarpa, il buyer, che ha magazzini ancora ben assortiti, senza toccare e vedere i materiali è andato in difficoltà. C’è chi ci ha chiesto di farle indossare per vederle almeno ai piedi, valutare la calzata. Insomma – prosegue Pilotti – l’online sarà il futuro, ma bisogna preparare gli impiegati, il commerciale”.

Come azienda Loriblu ha investito in due piattaforme internazionali. “Ma i clienti sono cauti nell’acquisto, perché hanno perso tre stagioni. Il Governo dove è? Come se ne esce? Ne parlavo con Diego Della Valle. Mi ha ribadito che ‘bisogna combattere, forti e preparati’. Devo dire che elmetto, scudo e granate non mi sono mai mancate. Ma con chi faccio la guerra? Forse a questo Governo che incentiva i monopattini. Se questo governo è selvaggina da cacciare, io prendo la licenza di caccia. A noi servono aiuti per entrare nel futuro, nessuno vuole fermarsi”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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