RIPABERARDA – “Non si può minimizzare il tutto come un raptus di rabbia. Si tratta di un dramma frutto di violenza e atrocità". Le parole della presidente dell’ordine degli psicologi delle Marche, Katia Marilungo, arrivano dopo il femminicidio di Ripaberarda, piccola frazione del comune di Castignano in provincia di Ascoli Piceno.
La vittima è Emanuela Massicci, 45 anni, una maestra elementare precaria. Ad ucciderla, dopo averla picchiata, è stato il marito, Massimo Malavolta, 48 anni che dopo aver infierito sulla moglie si è tagliato i polsi ed è ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno. “È sedato, le sue condizioni sono stabili e non è in pericolo di vita” sottolinea l'avvocato difensore, Saveria Tarquini.
La donna è stata uccisa mentre nell’altra stanza c’erano i loro due figli di 5 e 10 anni. Non hanno assistito all'omicidio, ma sono stati loro ad aprire la porta di casa ai soccorritori e ai vigili del fuoco e, successivamente, affidati a nonni materni.
L’autopsia chiarirà se la donna è stata uccisa dalle botte o dalle coltellate. Si tratta di un operaio con problemi comportamentali che hanno determinato assunzione di farmaci specifici e anche precedenti penali. A giugno 2015 era finito agli arresti domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori in danno di un'altra donna, con disabilità; nel gennaio 2016, mentre si trovava ai domiciliari, è stato condannato dal Tribunale di Ascoli a due anni di reclusione; la sentenza è stata poi riformata dalla Corte di Appello di Ancona che ha riqualificato il reato di atti persecutori nella contravvenzione di molestia, con condanna a 6 mesi e 20 giorni di reclusione con pena sospesa.
Quello che ha colpito gli inquirenti, è che non risultano denunce da parte della vittima nei confronti del marito, né alcuna segnalazione o intervento da parte delle forze di polizia per liti o violenze in famiglia. “Mai saputo nulla di particolari all'interno del nucleo familiare, non riesco a capire cosa abbia potuto scatenare la lite e l'omicidio” ha detto il sindaco di Castignano Fabio Polini, che ha assicurato massimo sostegno ai figli.
Sui social il dolore del fratello di Emanuela, Andrea, ha rotto il silenzio familiare: “Addio, grazie di tutto. Rimarrai sempre vicino a me, anche se siamo distanti. La perfezione esiste e sei tu. Noi dobbiamo solo scusarci di tutti gli errori commessi”.
Nelle Marche è il sesto femminicidio del 2024, n triste primato considerando i quattro del 2023. Sono cresciuti anche i numeri delle donne marchigiane che si sono rivolte ai Centri antiviolenza: ben 748; 2 al giorno in media e 23 in più rispetto all'anno precedente. Di queste 251, di cui 19 minorenni, sono arrivate al pronto soccorso con una diagnosi di violenza. Nel 2022 erano 208.
Per la segretaria dem delle Marche, Chantal Bomprezzi “l'obiettivo è rimuovere gli ostacoli che ancora oggi limitano l'autodeterminazione delle donne come i salari bassi, i part-time involontari, le discriminazioni e le molestie sul lavoro”. Duri i sindacati: “Servono azioni immediate per cambiare una cultura, le donne non sono proprietà degli uomini”.