SANT’ELPIDIO A MARE – La truffa è nata e cresciuta nel distretto calzaturiero di Savignano sul Rubicone, uno dei principali in Italia insieme a quello fermano, che è stato a sua volta coinvolto. “Fatture di operazioni inesistenti per un imponibile complessivo di oltre un milione e duecentomila Euro ed Iva per oltre 320mila euro” è quanto scoperto dalla verifica fiscale effettuata nel 2018 dalla Guardia di Finanza della tenenza di Cesenatico nei confronti di una ditta individuale gestita da tre orientali.
Si occupavano di fabbricazione di parti in cuoio per calzature. La denuncia aveva portato a un sequestro preventivo nei confronti dei tre indagati di oltre 323mila euro, pari all'Iva evasa. A ottobre la confisca, voluta dalla corte d'appello di Bologna, la confisca in via definitiva di beni per un valore di 271mila euro che sono ora passati allo Stato.
Il sistema di frode utilizzava l'impresa, che acquisiva lavori di assemblaggio di parti di calzature per rilevanti importi a prezzi concorrenziali sul mercato, sfruttando il fatto che la stessa non versava imposte in quanto annotava in contabilità fatture per operazioni inesistenti risultanti emesse da altre imprese riconducibili a soggetti orientali.
Semplice anche il modo per neutralizzare gli utili: si ricorreva a documentazione risultante «emessa» da tre società facenti capo a titolari irreperibili e con sedi inesistenti in Toscana, a Firenze, nelle Marche a Sant'Elpidio a Mare e una nella provincia di Forlì (Gambettola), ma di fatto autoprodotte dagli stessi soggetti attivi a Savignano sul Rubicone.