di Raffaele Vitali
FERMO – Marco Meconi ha appena iniziato il suo mandato triennale alla guida di Federfarma Marche. Un grande impegno, vista la fase di avvio della ‘farmacia dei servizi’ e la gestione della sua farmacia, a Marina di Altidona. Per fare il punto sui primi rivoluzionari mesi dell’accordo tra Regione e farmacisti, Meconi ha chiamato a raccolta a Porto Sant’Elpidio il mondo che ruota attorno a quei banconi che oggi sono molto più di un luogo di acquisto farmaci.
Presidente Meconi, primi mesi di sperimentazione della farmacia dei servizi, è soddisfatto?
“Siamo partiti il primo giugno. Posso dire che è un esperimento vincente da molti punti di vista. Il primo è numerico, per quanto riguarda le prestazioni, ben 25mila. Nel dettaglio, 15.263 Ecg, elettrocardiogrammi, 4.578 holter cardiaci e 3.815 holter pressori”.
È la telemedicina che avanza?
“Quello che tuti devono capire, è che se tratto 7-8mila cittadini ho ridotto le liste di attesa di almeno 5mila persone, ho evitato il sovraffollamento dei pronto soccorso in almeno altri mille casi”.
Cosa intende per telemedicina?
“Vi faccio un esempio: attraverso una strumentazione che si applica in farmacia si ottiene un tracciato che viene poi inviato a un refertatore, che poi lo rimanda firmato. Ecg, holter pressorio, cardiaco e spirometria son i servizi tipici. A livello di Ecg, come dimostrano i numeri, abbiamo ottimi risultati, anche sul post esame. Pensiamo al paziente sintomatico con dolori: noi lo controlliamo, poi in base alla situazione che emerge, lo mandiamo a casa, oppure pronto soccorso, medico di base o specialista”.
Obiettivi raggiunti?
“Se pensate che su 1052 Ecg (116 nel Fermano) solo 19 hanno comportato il passaggio in Pronto soccorso e 52 dallo specialista, vi rendete conto di quanto abbiamo sgravato il sistema sanitario. E così per gli Holter. Per i due tipi che abbiamo messi 2mila, di casi da pronto soccorso ne sono emersi 6, mentre in 500 sono stati poi indirizzati al medico”.
I servizi funzionano in tutte le farmacie?
“Quelle rurali hanno una risposta più incisiva rispetto alle aree urbane. Un po’ perché i titolari sono più pronti, un po’ perché magari intorno hanno meno realtà che svolgono servizi simili, anche privati. È evidente che a Montefortino o in Carpegna la farmacia è il riferimento”.
Nuovi servizi, ma il farmacista ha un ritorno economico?
“È necessario e dovuto. Ci sono servizi in convenzione con la Regione, in particolare quelli che riguardano i sintomatici, poi c’è invece il mondo del non convenzionato, ad esempio chi vuole fare un Ecg per motivi sportivi (20mila le prestazioni a pagamento fino a oggi, ndr). Tutto questo è diventato una voce importante nei bilanci dele farmacie che dopo il Covid erano andare un po’ in difficoltà”.
Telemedicina, serve preparazione. Chi forma i farmacisti?
“C’è una formazione standardizzata che viene gestita dall’Ordine. E questo per ogni servizio. Che non è solo questione di sapere usare i macchinari. C’è il servizio, penso alla aderenza alla terapia, che è fondamentale perché significa garantire un controllo del paziente continuo, solo per il diabete 2 abbiamo oltre 800 pazienti seguiti. Un compito di grande responsabilità. Ma quella è la strada, dobbiamo innalzare il livello professionale”.
Nuovi compiti, aumentano le farmacie?
“Questo no, perché c’è un plafond e nelle Marche già abbiamo uno dei più alti livelli di rapporto farmacie/ abitanti. Da noi è una ogni 1800, in Italia ogni 2800”.
Giovani e ricambio, il suo è un settore che attira?
“Tallone d’Achille della professione. Si iscrivono pochi giovani nelle università. Per questo stiamo cercando con le Università di modellare il corso di studi per renderlo aderente alla professione attuale. Prima era molto legato ala chimica, al farmacista che creava la sostanza. Devo dire che gli Atenei sono disponibili”.
A cinque mesi dall’inizio della Farmacia di servizi, cosa si po' chiedere alla Regione per migliorare il tutto?
“Con poche azioni possiamo crescere molto, perché sul territorio la farmacia è davvero il baluardo della sanità pubblica L’interlocuzione col decisore politico può essere più funzionale. servono semplificazioni burocratiche. Ma non chiedo solo, anche noi dobbiamo dare, i farmacisti devono maturare e capire che siamo parte delle ‘professioni sanitarie’, non è più un lugo commerciale”.
Meconi, lei guida Federfarma Marche, ma il Fermano come risponde?
“Aree rurali molto bene. Centri urbani meno, possono dare più servizi. Vedo però una crescita, il, salto culturale a rilento sta arrivando. Noi siamo qui per stimolarlo e aiutarlo”.
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