FALERONE - Il centro è ferito, da anni. Ma il lavoro per riportarlo al suo splendore, e poterlo poi così ripopolare, non si è mai fermato. Falerone si avvicina al voto per il rinnovo del consiglio comunale con una certezza in più: il teatro Beato Pellegrino.
Si sono conclusi i lavori da 1.4 milioni di euro che hanno permesso di riaprire la struttura da 138 posti. Ora la sfida è renderlo vivo con una stagione teatrale all’altezza” sottolineano Armando Latini e Pisana Liberati, sindaco e vice che in questi anni hanno seguito anche questa pratica. Non ha potuto festeggiare con la comunità l’architetta Ramadori, che ha progettato il restauro, perché scomparsa prima del giorno di festa. No è stato facile, perché passo dopo passo emergevano nuove criticità, ma tra fondi ricostruzione, Pnrr e risorse comunali il traguardo è stato raggiunto.
Del resto Falerone ha bisogno di spazi, anche per i suoi progetti culturali. Cresce la rete con la summer school che il professor Alici ha creato insieme con la struttura dell’Università Politecnica delle Marche. “Tra i contatti stabiliti c’è quello con la Fondazione Tailandese Mae Fah Luang, che ci invita a conoscere un’esperienza di grande successo di rivitalizzazione di comunità soggette all’abbandono” spiega il sindaco.
‘Disegnare il futuro di Falerone a partire dalla sua comunità’ è il progetto promosso dal Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Architettura della Politecnica con la Fondazione Mae Fah Luang. Il progetto è finalizzato alla ricerca di strategie per la rivitalizzazione sociale, economica e culturale di Falerone sulla base del modello vincente condotto nelle comunità del nord della Thailandia. Ripartire dai valori e dalle potenzialità offerte dal nostro territorio in un contesto internazionale potrebbe trasformare Falerone in una città-laboratorio della ricostruzione sociale, prima ancora che fisica” ribadiscono gli amministratori che i prossimi giorni accoglieranno il dottor Alessandro Calvani, consulente senior della Mae Fah Luang Foundation, e la ricercatrice tailandese Nussara Intaraboonsom, che da alcune settimane sta svolgendo un’analisi della realtà locale.