di Raffaele Vitali
MILANO – Un po’ di Fermo in mezzo ai calzaturieri di Montegranaro e del blocco elpidiense. “Benvenuto sindaco”. Paolo Calcinaro raccoglie consensi anche al Micam, perfino da chi si trova con l’azienda nell’area industriale stretta tra la ‘fibra che non c’è’ e la chimera della rotonda di Paludi. Due temi che entrano anche tra gli stand, perché senza infrastrutture è difficile anche vendere. Perfino per chi, come Asso e Giovanni Fabiani, del mercato son tutt’ora due player principali.
“La fibra, in attesa del progetto regionale di Open Fiber, la porta Get By. Abbiamo firmato l’accordo, dopo che l’azienda fermana aveva chiesto l’autorizzazione di passare per le tubature della pubblica illuminazione per poter portare il segnale” spiega Calcinaro rispondendo alla sollecitazione di Sauro Silenzi, titolare dell’azienda Asso. “Per quanto riguarda la rotonda, invece, siamo tutti in attesa della firma dell’Anas. Manca questo per far sì che la convenzione diventi poi progetto e lavori, che la Regione ha garantito di far partire subito” ha aggiunto parlando con Giovanni Fabiani che ha rilanciato il problema, molto sentito soprattutto dai dipendenti che perdono minuti preziosi di pausa pranzo.
Un po’ di ‘politica industriale’ in mezzo alla moda per due imprenditori che alla crescita rispondono con gli investimenti. Partendo dal bambino, quindi da Asso, il quadro è pieno di bianco e nero. “La Cina è un problema serio. Noi produciamo parte della nostra collezione. Chiaro che se non ripartiranno le fabbriche avremo dei problemi. Ma è presto per un piano B”. come se non bastasse un mercato bimbo già complicato che Asso affronta diversificando il prodotto tra licenze, “ne abbiamo tre”, e marchio d’alta fascia, “Balducci, che produciamo a Fermo e va forte proprio in Cina”.
Le scarpe di Silenzi viaggiano nei canali della grande distribuzione in Italia e poi tra Francia, Spagna e Messico. “Azienda leggera, abbiamo molti collaboratori esterni, dal modellista chi si occupa delle ricerche di mercato”. Ma anche azienda che guarda avanti con l’acquisizione di Keys, un marchio importante che significa anche produrre, per la prima volta, una linea per la donna: Quando perdi fatturato devi recuperare. Abbiamo deciso di investire in questo marchio importante” conclude Silenzi.
Diverso il mondo di Giovanni Fabiani, tra i leader in Russia: “Questo è un Micam di resistenza. Ma devo dire che i russi ci sono, forse sono quelli che non mancano mai. I russi non se ne sono mai andati, amano il made in Italy, ma è chiaro che ora selezionano modelli e quantità”. Anche Fabiani accusa il colpo Cina: “Per noi vale tra il 15 e il 20% del fatturato. I timori maggiori restano per il lusso, ma oggi è impossibile fare previsioni, di certo so che a Shangai, dove abbiamo lo showroom, il vuoto regna”.
Anche Fabiani si guarda intorno: “Non si può lasciare nulla, per cui siamo in tutti i mercati, penso all’Africa con la Nigeria, un’area in forte crescita”. Tra pitoni e coccodrilli, pelli particolari per la collezione invernale, la ricerca non si ferma in casa Giovanni Fabiani: “Abbiamo 140 dipendenti, dobbiamo essere sempre innovativi”. Magari con qualche giovane in più in azienda, tutto sarebbe più facile: “Servono contratti mirati, come l’apprendistato. Si parla tanto di scuole per lavorare, ma in realtà questo mestiere si impara solo in azienda. Fateceli inserire, poi noi li assumiamo, nessuno forma qualcuno per farlo andare via dopo un anno” conclude Fabiani incassando il sostegno del sindaco Calcinaro.