FERMO - “In un momento difficile come quello che stiamo attraversando a causa di una tempesta perfetta che vede in frenata le economie della Germania e della Cina, a cui si aggiunge l’embargo verso la Russia – commentano Bordoni (Cna Marche) e Gasparoni (Confartigianato Marche) - è fondamentale accompagnare le nostre imprese esportatrici verso nuovi mercati ed aiutarle anche a consolidare i mercati tradizionali”.
I dati sull’export del secondo trimestre, ma guardando ai primi sei mesi non migliora molto (calo superiore ai 5 miliardi di euro), preoccupano le associazioni di categoria, attese per la moda da un settimana di fiere e di Milano Fashion Week: “Conosciamo benissimo la situazione e non abbiamo particolari aspettative. Esserci – riprende Lorenzo Totò, presidente regionale di Confartigianato Moda - è però importante per consolidare il rapporto con i clienti storici, facendo toccare loro con mano i campionari e raccogliere ordini in attesa di azioni concrete che aiutino le imprese a non fermare gli investimenti mettendo a rischio l’occupazione”.
A livello nazionale, l’export cala del 2,4%, quello del centro Italia del 10,4%. Ma è evidente il peso del farmaceutico, segnato dal tracollo da 4,4 miliardi verso Cina e Belgio, i due paesi di riferimento. “Al netto del Pharma, vediamo un calo comunque significativo. vediamo che prodotti a maggior valore aggiunto e con buon posizionamento non registrano un calo marcato. È importante quindi spingere investimenti che sostengano l’export ed un miglior posizionamento delle nostre imprese sui mercati internazionali. Guardando ai singoli comparti, vediamo che oltre alla moda ed al tessile, anche altri settori chiave, come parte della meccanica, registrano una flessione significativa che merita particolare attenzione” ribadisce Roberto cardinali, presidente di Confindustria Marche.
Ci sono alcuni Paesi che funzionano, ma non sono quelli che spostano i fatturati, vedi America del Sud e Oceania, citata da Cardinali per il suo +64%. “Per affrontare questa fase – concludono Bordoni e Gasparoni - serve una grande sinergia tra la Regione, le associazioni di categoria e le aziende speciali della Camera di Commercio, mentre anche Sace, Simest e Ice dovrebbero fare la loro parte, sostenendo e finanziando con più riprese la presenza delle aziende alle fiere nazionali e internazionali”.
Fra gli aspetti più preoccupanti vi è il calo dell’export di macchinari e apparecchiature che registra un – 14,6 % corrispondenti a 182 milioni in meno di export rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente. Si tratta del secondo settore per export dopo il sistema moda preso nel suo complesso: quest’ultimo nel suo complesso esporta nella prima parte del 2024 per circa un miliardo e 200 milioni mentre il settore macchinari e apparecchiature da solo esporta per oltre un miliardo di euro.
Un sorriso arriva dalle esportazioni di parti e accessori per autoveicoli e loro motori (+73,3%) un settore che non mostra di risentire le difficoltà che caratterizzano la produzione europea.