di Raffaele Vitali
FERMO – L’export nelle Marche? Un mix tra 'Fly away' di Lenny Kravitz e il ‘Falco a metà’ di Gianluca Grignani. A dirlo sono i numeri dell’Istat, rielaborati dalla Camera di Commercio delle Marche. Le anticipazioni dell’assessore regionale Mirco Carloni sono state confermate, anche se un pochino meno ottimistiche, visto che la crescita nei primi nove mesi non è del 20%, ma del 12,5% per colpa del farmaceutico. E che rispetto al 2019 c’è chi arranca, eccome.
IL QUADRO NAZIONALE
Nei primi nove mesi del 2021 l'incremento tendenziale dell'export interessa tutte le regioni italiane a eccezione della Basilicata (-6,5%), e a Nord è più marcato in Friuli-Venezia Giulia (+31,0%). La Lombardia invece fornisce il contributo più elevato alla crescita su base annua dell'export nazionale (5,6 punti percentuali) con una performance più che positiva (+21,3%). L’Istat ha monitorato tutte le regioni.
Metalli e macchinari hanno fatto volare Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. All'opposto, la contrazione dell'export di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Lazio, Marche, Veneto, Liguria e Lombardia fornisce un contributo negativo di 0,8 punti. L'aumento delle vendite all'estero è particolarmente elevato per le Isole (+34,5%), intorno alla media nazionale per il Nord-ovest (+21,7%) e il Nord-est (+20,2%), relativamente più contenuto per il Centro (+17,3%) e il Sud (+10,2%).
LE MARCHE E CONFINDUSTRIA
La crescita delle esportazioni è del 12% e vale 9 miliardi di euro. Bene, ma non benissimo. "Un risultato positivo per la nostra regione perché crescono le esportazioni di tutti i principali settori di specializzazione fatta eccezione per il comparto farmaceutico, la cui flessione delle vendite comprime la crescita regionale su livelli inferiori a quelli medi nazionali" sottolinea il presidente di Confindustria Marche Claudio Schiavoni.
Il peso dell'export della regione sul totale nazionale è sceso dal 2,5% al 2,4%. "Ci auguriamo che persistenti ritardi e carenze nelle catene internazionali di fornitura e aumento dei prezzi di energia e altre commodity- conclude Schiavoni- non mettano a rischio la prosecuzione, anche nei prossimi mesi, di questo trend espansivo”.
PRE E POST COVID
A crescere anche rispetto al 2019 è Ancona con un +9,5%. E così Pesaro, mentre Ascoli piceno piazza un -14,5%. Macerata segna un incremento di +21,8%, mentre Fermo, le cui esportazioni ammontano a 695,5 milioni di euro, cresce dell’8,3%. Niente da fare invece rispetto al 2019, perché Fermo perde ancora il 18,5%. E considerando che non era stato un grande anno c’è molto da lavorare. Di positivo c’è che il settore moda, che ha il cuore a Fermo, è cresciuta a 8,8% arrivando a 1.350,9 milioni di euro
I MERCATI
Germania, Francia e Stati Uniti rimangono i principali punti di riferimento per i prodotti del manifatturiero. L’Europa conferma la sua grande rilevanza, avendo assorbito 6.414,9 milioni di euro delle esportazioni regionali, pari al 71,4% del totale marchigiano, con un incremento tendenziale di +9,7%.