PORTO SANT’ELPIDIO – La Conferenza dei servizi del 30 gennaio sarà ancora più importante perché il segretariato del ministero della cultura nelle Marche ha detto sì alla richiesta della proprietà: più tempo per poter presentare i chiarimenti necessari in merito al diniego ricevuto all’ipotesi di demolizione e ricostruzione dell’ex cattedrale. Oggi la decisione comunicata alla Fim Spa.
“Questo conferma la scelta di convocare la conferenza dei servizi per il 30. È quello il luogo giusto per discutere in merito alle motivazioni alla base del diniego che on di natura ambientale. È nella Cds che bisogna trovare la soluzione per la bonifica della cattedrale e dell’area” ribadisce il sindaco.
Che in questo la pensa diversamente da Fratelli d’Italia. Giorgio Marcotulli e Andrea Putzu hanno incontrato i giorni scorsi il segretario regionale del Mic Marche, Carlo Russo, e il Soprintendente Marche Sud, Giovanni Issini. L’obiettivo era avere dei chiarimenti.
“Di certo – spiega Marcotulli – è evidente che una conferenza dei servizi convocata senza la motivazione giusta rischia di essere inutile. Per cui consiglio a Franchellucci di modificare l’oggetto. Perché la richiesta arrivata alla proprietà è chiara: approfondimento sulle tecniche di conservazione”.
Il consigliere ricorda quanto accaduto a novembre 2021 quando durante la Conferenza la Regione si alterò dicendo ‘siamo qui per parlare di bonifica, non della demolizione della cattedrale’. Questo perché non era nella convocazione della Cds. Non si può sbagliare, c’è ancora tempo per rimediare aggiungendo un punto specifico relativo alle procedure di bonifica”.
Sul fatto che sia arrivato il diniego Marcotulli no si stupisce: Un’altra cosa che si potrebbe fare è che sia la conferenza dei servizi a commissionare uno studio. Visto che quello della Politecnica viene ritenuto di parte. Per quanto io lo ritenga già sufficiente”.
Tra l‘altro segretario del Mic e Sovrintendente dopo Putzu e Marcotulli hanno anche incontrato il pro rettore della Politecnica per parlare dello studio. I due incontri potrebbero aver influito sugli organi ministeriali fino a spingerli ad accettare di prolungare i tempi a disposizione della proprietà. “Non solo – precisano gli esponenti di Fratelli d’Italia – in caso di demolizione, nessuno avrebbe chiesto la ricostruzione, perché la Sovrintendenza non ama i falsi storici”.
Quindi, ora non resta che vedere cosa la proprietà porterà al tavolo, conscia che contro il diniego c’è sempre la strada legale con i ricorsi. “Oppure un nuovo studio affidato dal tavolo tecnico” conclude Marcotulli.