PORTO SANT'ELPIDIO - “La politica, oltre ad attivarsi affinché l’area Fim venga ovviamente riqualificata e restituita agli usi legittimi, deve avere come obiettivo quello di valorizzarne l’identità storica, nonché, anche in relazione al particolare momento che stiamo vivendo, di creare un modello di sostenibilità e di efficienza energetica, scongiurando un’estrema cementificazione e seguendo esempi virtuosi di centri urbani che sono riusciti a ridurre il loro impatto ambientale e migliorare al contempo la qualità di vita dei propri cittadini”. Le parole sono di Massimiliano Ciarpella, leader di uno dei movimenti civici di Porto Sant’Elpidio e dai più indicato come possibile candidato ‘vincente’ alle elezioni amministrative di maggio.
La questione è calda, lunedì si terrà la conferenza di servizi sul tema. E le associazioni ambientaliste si preparano, anche se solo come auditrici, a combattere. Intanto Legambiente mette un nuovo carico sul piano della proprietà di demolizione della cattedrale: “I politici locali e proprietà continuano a denigrare la Cattedrale dicendo che ormai è «un rudere», non vale più la pena insistere per tenerla in piedi. In merito a questa sprovveduta osservazione, ci chiediamo: chi ha agito per ridurla nello stato in cui è oggi? La proprietà non aveva forse l’obbligo per legge di conservare al meglio il bene vincolato?".
Secondo il circolo elpidiense di Legambiente "sul concetto di ‘rudere’ risponde bene il Segretariato: «Il concetto di valore storico-estetico delle “rovine” dei monumenti, inclusi quelli attinenti all’archeologia industriale, è infatti da tempo pienamente riconosciuto sia dal dibattito nazionale ed internazionale […], indipendentemente dalla loro “utilità” o integrità rispetto all’assetto originario, essendo essi stessi testimonianza materiale di identità e di valori storico-estetici». La Soprintendenza dice ancora di più: «La Cattedrale […] anche nell’attuale stato di “rovina” inquinata conserva ancor oggi il suo ruolo nel paesaggio urbano circostante». Oggi – ribadisce Legambiente - constatiamo lo scempio compiuto su quella che era una costruzione strepitosa”.
Ciarpella non commenta, ma su un punto è chiaro: “Prioritaria è la bonifica dell’area e la tutela della salute pubblica. Riguardo la “Cattedrale” la scelta demolizione si/no è una scelta tecnica che deve essere scevra da ogni condizionamento, poiché quando c’è di mezzo la salute e la bonifica di un’area altamente inquinata, alimentare il solito teatrino della politica e dividersi in fazioni sarebbe un errore; vanno disposti tutti gli opportuni approfondimenti tecnici, anche ulteriori indagini qualora necessarie, da trattare nelle competenti sedi ed in tempi certi perché la decisione non può ormai più essere procrastinata”.