FERMO – Tutti al voto. Sono 148, più della metà dei 225 totali, i comuni delle Marche in cui si voterà domani e domenica. Ci sono 29 comuni dell'Anconetano, 22 nell'Ascolano; 22 nel Fermano; 37 nel Maceratese; 38 nel Pesarese. Tra questi, tre capoluoghi di provincia: Ascoli, Pesaro e Urbino. In altri quattro, sopra i 15mila abitanti: Fano, Osimo, Potenza Picena e Recanati, si potrebbe avere l'appendice del ballottaggio.
Curioso il caso di Urbino, unico in Italia, sarà la prima tornata elettorale dopo il riconoscimento di co-capoluogo di provincia e, dunque, con le regole per i comuni sopra i 15mila abitanti. Se non fosse, però, che i residenti non raggiungono questa cifra. Ne è conseguita la possibilità per il sindaco uscente, Maurizio Gambini, sostenuto da tre liste (centrodestra e civiche) di correre di fatto per un terzo mandato. A sfidarlo saranno: Federico Scaramucci sostenuto da sette liste (Centrosinistra, M5s e civiche) e Francesca Maria Crespini sostenuta da una lista civica.
I seggi sono aperti oggi dalle 15 alle 23 e domani, domenica 9 giugno dalle 7 alle 23. La Legge per le Amministrative prevede due modalità di voto in base al numero degli abitanti. I Comuni con un numero di abitanti inferiore alle 15mila unità votano con sistema maggioritario in unico turno, non è consentito il voto disgiunto e vince chi ottiene più preferenze. Si possono esprimere una o due preferenze della lista collegata al candidato Sindaco, ma nel caso di due, occorre rispettare la parità di genere, pena l'annullamento della seconda.
Nei Comuni superiori a 15mila abitanti si segue un sistema elettorale di tipo maggioritario con possibilità di ballottaggio (eventualmente il 23 e 24 giugno prossimi dove a sfidarsi saranno i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti) qualora nessuno dei candidati a Sindaco raggiungesse la maggioranza assoluta dei voti validi, almeno il 50%+1). È consentito il voto disgiunto, cioè votare un candidato a Sindaco e un candidato consigliere di una lista a questi non collegata; o scegliere di votare solo il Sindaco; o votare il Sindaco e una lista a questi collegata. Si possono esprimere una o due preferenze della lista collegata al candidato Sindaco, ma nel caso di due, occorre rispettare la parità di genere, pena l'annullamento della seconda
L'elettore dovrà presentarsi al seggio con un documento di identità valido e la tessera elettorale. Chi è sprovvisto di quest'ultima potrà richiederla, anche nei giorni della votazione, all'ufficio elettorale del proprio Comune.
Per le Europee l'elettore può tracciare un simbolo sulla lista scelta anche non indicando alcun candidato. Si può votare per una sola lista. Si possono esprimere accanto al simbolo fino ad un massimo di tre preferenze, indicando il cognome dei candidati scelti che dovranno appartenere alla lista votata. Non è quindi ammesso il voto disgiunto che annullerebbe la scheda. Se si sceglie di esprimere due o tre preferenze queste devono riguardare candidati di genere diverso, per non annullare la seconda e la terza preferenza. Il sistema elettorale è proporzionale; la soglia di sbarramento per partecipare al riparto dei seggi è del 4% dei voti a livello nazionale.
Gli elettori avranno a disposizione una scheda che sarà di colore diverso a seconda della circoscrizione di appartenenza: grigio, per la circoscrizione elettorale I - Italia nord-occidentale (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia); marrone, per la circoscrizione elettorale II - Italia nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna); rosso rubino, per la circoscrizione elettorale III - Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio); arancione, per la circoscrizione elettorale IV - Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria); rosa, per la circoscrizione elettorale V - Italia insulare (Sicilia, Sardegna).
Diciotto anni è l'età minima per votare; 25 anni per candidarsi. In quest'ultimo caso l'Italia è il Paese con il limite più alto d'Europa, insieme alla Grecia. Per le Amministrative l'eventuale turno di ballottaggio si svolgerà domenica 23 e lunedì 24 giugno. Oltre 17 milioni gli italiani chiamati a votare.
Tornando alle amministrative, a contendersi la fascia tricolore nelle amministrative 2024 saranno soprattutto uomini. Le aspiranti sindache coinvolte in questa tornata elettorale sono il 21% del totale, contro il 20% del 2023 e il 19% del 2022. A questo ritmo si potrebbe ipotizzare il raggiungimento del «punto di pareggio» non prima del 2053. Identica al biennio precedente anche la percentuale di comuni in cui la corsa per diventare primo cittadino è tutta al maschile: in ben 6 comuni su 10 si registra infatti la completa assenza di candidate sindaca. Sale, seppure di poco (dal 4 al 5%), la percentuale di casi in cui - viceversa - la competizione elettorale è una questione tutta femminile, 191 comuni, contro i 2.613 in cui i candidati sono tutti maschi.
Stando a quanto emerge dalle elaborazioni di Centro Studi Enti Locali, basata su dati del Viminale , nel 74% dei casi (il 77% nel 2023) il numero di candidati di sesso maschile supera quello delle avversarie donne. Nell'8% dei casi (+ 1% rispetto all'anno precedente) avviene il contrario e ci sono più candidate sindache donne che candidati uomini. Nel 18% dei casi la sfida è invece perfettamente bilanciata. Significative le oscillazioni di queste percentuali dal punto di vista territoriale.
Le regioni che vedono il maggior numero di aspiranti sindache in corsa sono l'Emilia Romagna, la Toscana (entrambe a quota 26%) e il Veneto (25%). All'estremo opposto troviamo Campania (13%), Abruzzo (15%), Liguria e Molise (16%). In mezzo: Lazio (17%), Umbria (19%), Piemonte e Puglia (21%), Marche (22%), Lombardia e Sardegna (23%).