Vive a Fermo, produce a Porto Sant'Elpidio, è nato a Civitanova: il figlio del distretto calzaturiero spicca il volo.
di Raffaele Vitali
FERMO – Nato a Civitanova, vive a Lido Tre Archi, produce a Porto Sant’Elpidio e si svilupperà a Montecosaro. Non poteva essere un tipo statico Emanuele Coppari, l’emerging designer che ha conquistato il Micam con Le jeux du Marquis. Una linea innovativa, affascinante, “ma potremmo dire erotica”. Del resto dell’erotismo, e dei giochi annessi, è un cultore il 42enne Coppari, tanto da dedicare il nome della sua azienda al Marchese de Sade, il primo a realizzare, nel 700, dei giocattoli erotici.
La collezione colpisce, anche per la sua ‘intelligenza’: “Un tempo le donne compravano almeno tre scarpe a stagione, oggi non più. Da qui la decisione di creare una scarpa con una serie di accessori che la trasformano ogni volta che vengono usati. “Abbino i codici dell’erotismo a quelli dell’artigianato che da sempre sono il punto di forza delle Marche. Partendo da una passione personale ho ideato i modelli, superando l’iniziale sbilanciamento verso l’erotismo, diventando più couture per rispondere alle richieste della moda”. E anche del mercato.
Ma non mancano i dettagli hot. Come la cavigliera che una volta sganciata si trasforma in un paio di manette o l’accessorio che si trasforma in una mascherina da usare per serate alternative. E poi ci sono le code, “che sono nate come fruste”, posizionabili sul retro della decolleté grazie a un leather loop. Che è poi il pezzo forte, oltre alla linea, delle scarpe di Coppari, visto che per quella strisciolina di pelle passa un mondo di possibilità di abbinamenti che rendono la scarpa intercambiabile: “Abbiamo sei tipi diversi di accessori abbinabili, in fondo sarebbe come avere una scarpa diversa ogni giorno”.
Chi ne compra una infatti più può aggiungere il dettaglio a piacimento “che ovviamente costa molto meno dell’intera scarpa”. Coppari è arrivato alla sua collezione dopo anni di lavoro al servizio di griffe e marchi di tutto il mondo. “Un predestinato, sono cresciuto dentro l’azienda di famiglia, dove mia mamma mi portava da bambino mentre producevano scarpe. Poi il liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti. Un passaggio questo fondamentale. Mentre tutti i miei amici andavano a Milano, io sceglievo di studiare arte e infatti mi ispiro più a un Rembrandt mentre creo che a Pucci”.
E quell’estro torna in ogni pezzo, anche nel più semplice e nero con un piccolo dettaglio rosso. “Meno bondage e più fashion è stato il percorso in questi sei anni di lavoro che c’è dietro la nascita della linea Le Jeux De Marquis che vive sullo slogan ‘Black is the new black’ in cui spesso il colore è dato dall’accessorio”. La produzione delle scarpe è totalmente made in Marche. “Avendo lavorato per tanti anni con i grandi brand ho un’ottima rete di conoscenze”.
E così gli ordini vengono evasi nei tempi giusti: “I miei mercati? Belgio e Olanda in testa, poi Germania e Francia, che sono poi i Paesi un po’ più aperti anche al concept erotico delle mie creazioni. Li intercetto con le fiere, ma anche con Instagram, come accaduto pochi giorni fa con un buyer di Amsterdam. E come sta succedendo al Micam dove per due edizioni ho la fortuna di poter godere di questo bello spazio grazie ad Assocalzaturifici”.
@raffaelevitali