FERMO – Paolo Calcinaro, cosa pensa delle elezioni provinciali?
“Grande fermento, è evidente. E questo perché la Provincia sarà comunque un ente molto importante in attuazione di tanti finanziamenti che il territorio non può non vedere concretizzati”.
Lei protagonista in che modo?
“Come presidente poteva essere una ipotesi all’interno di un percorso di garanzia, condiviso. Ma questo mi pare che non ci sia. Quindi non è mia intenzione continuare”.
Sarà consigliere?
“Voglio dare una mano in squadra. Serve un gruppo forte. Da solo il presidente non può fare tutto, quindi ne farò parte”.
Questo uno dei problemi dell’era Canigola, la squadra debole?
“Canigola e vice Pompozzi hanno fatto salti mortali. Sul resto dobbiamo fare mea culpa tutti quanti. In ogni caso serve un coinvolgimento anche da parte di chi guida”.
Un’elezione oggi diventata molto politica. È quello che serviva?
“Nella mia ottica serviva a poco. Questa occasione poteva aiutare a superare confini, ma non è detto che poi i diversi schieramenti non possano trovare coesione. Servirà in questo anche la bravura di coinvolgere di chi vincerà”.
Lista unica ipotesi impossibile?
“Sarebbe un bel segnale, ma mi sembra difficile”.
C’è chi corre avanti, i piccoli vogliono Rotoni, sindaco di Servigliano?
“Posso solo dire ‘in bocca al lupo’. Il tema dei piccoli comuni è reale e importante. Ma è ovvio che lo sviluppo dei piccoli corre anche sul filo di quello di tutto il territorio. Se penso alla monti-mare, non parliamo di qualcosa solo per le piccole realtà”.
Calcinaro, è terminata l’esperienza della Canigola?
“Se si mettono in moto determinante dinamiche, dopo l’elezione di Montegranaro è complicato. Elettoralmente non c’è spazio. Poi so che Fermo pesa e influirà, ma ci muoviamo per dare un peso specifico maggiore a tutta la squadra provinciale, con quale presidente lo decideremo”.
Lucentini, onorevole della Lega, parla di lei come di un sindaco ‘molto vicino’, cosa ne pensa?
“Devo dire che ho trovato una grande disponibilità con tutte le segreterie. Un dialogo molto franco e aperto, senza remore e retro pensieri. Questo significa che c’è un rapporto personale di stima e fiducia reciproca. In questo comprendo anche Interlenghi, ho letto la sua intervista, che è stato mio competitor e quindi chiedeva di più”.
Raffaele Vitali
