FERMO – Tra 60 giorni si vota per il rinnovo del Parlamento. C’è chi lavora senza sosta per preparare il voto, come la prefetta Vincenza Filippi, c’è chi elabora strategie politiche, il consigliere regionale Dem Fabrizio Cesetti, e chi dalla partita si chiama fuori, il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro.
Cesetti non ne vuole sapere di aprire le porte a Luigi Di Maio e ai fuoriusciti dei 5 Stelle: “Per oltre un decennio ha sparato ad alzo zero contro il Pd ed il centrosinistra ed è stato, con la sua intempestiva quanto opportunistica scissione, l’improvvido corresponsabile dello “sparo di Sarajevo”, oltreché autore di inenarrabili invettive contro il Parlamento e l’Europa, arrivando addirittura a proporre l’impeachment per il presidente Mattarella”.
Questa la premessa per poi arrivare al verdetto: “Se verrà candidato nella lista (aperta) del PD, per molti di noi sarà un fatto inaccettabile e di sicuro lo sarà per me”. Ma non solo, perché lo stesso ‘benvenuto’ lo dà anche agli ex Forza Italia “per cui il pensiero è lo stesso”.
Resta però pragmatico l’ex assessore al Bilancio: “Il campo deve essere largo e un progetto politico e programmatico che sappia unire e parlare al Paese, con forti proposte sul tema delle diseguaglianze, in uno dei momenti più difficili della sua storia”.
Di certo di questo campo non farà parte Paolo Calcinaro, che per ora non ha firmato l’appello a Mario Draghi lanciato da Azione, il partito di Carlo Calenda e di uno dei fedelissimi del sindaco, Alessandro Bargoni. Via social il primo cittadino ribadisce che “nessuno mi ha cercato per le elezioni e poi ho ricevuto un mandato forte dai miei cittadini, per cui fino al 2025 vado avanti con il mio lavoro. capitolo chiuso”.
