di Raffaele Vitali
PORTO SANT’ELPIDIO – Giorgio Marcotulli, capogruppo di Fratelli d’Italia a Porto Sant’Elpidio, cosa pensa delle parole del civico Felicioni in vista delle elezioni del 2023?
“Mi sento in dovere per amore di questa città e come guida di un apparentamento in cui spero abbiamo creduto tutti oltre che aderito, di fare chiarezza”.
Cosa non l’ha convinta?
“La politica e le sue dinamiche aimè per tutti non si studiano sui libri, si acquisiscono con il tempo tra la gente, con costanza e passione, con disponibilità e trasparenza, a volte sembrano anche poco logiche quasi incomprensibili, d'altronde se così non fosse non avremmo perso nel 2018”.
Non capisco.
“Vorrei far comprendere a tutti che ‘abbiamo’ perso, e lo dico al plurale, perché abbiamo sprecato una occasione. Nel 2018 chi faceva politica suggerì ai civici di guidare una coalizione con anche i partiti ridando al civismo una importanza e centralità unica. E invece, l’inesperienza del Laboratorio ci ha portati divisi alle elezioni e siamo stati costretti a difenderci anche dai loro attacchi in ordine alla nostra incapacità di fare opposizione quasi a ritenerci complici delle malefatte di chi ci amministra”.
Le parole di Felicioni le fanno credere che correrete divisi?
“In questi anni all’opposizione ho sempre pensato che provare a fare fronte comune e costruire le basi per le votazioni fosse la strada, ma il Laboratorio dà sempre quella sensazione di volersi contraddistinguere e distanziare per forza da tutti, anche da noi partiti di minoranza”.
I civici servono davvero a Fratelli d’Italia?
“La città ha bisogno di una nuova e rinnovata guida, con nuovi e ambiziosi stimoli, ha bisogno di una componente politica forte che sappia dare risposte, concretezza e continuità e ha bisogno di quella componente civica capace che oggi è sì un elemento aggiuntivo ma non è certamente l'elemento che può imporsi dettando regole e condizioni”.
Le carte le avete voi?
“Fratelli d'Italia è una realtà politica che a Porto Sant'Elpidio ha raccolto consensi elevatissimi, ma non mette veti. Andrea Balestrieri, seduto sui banchi dell’opposizione con me, ha in questi anni cercato di dare e trovare risposte che a oggi a questo paese mancano. Ci apriamo a tutte le valutazioni e confronti possibili, perché crediamo ancora che andare uniti sia la soluzione più completa e concreta per vincere”.
Ma siete disposti a rinunciare al simbolo?
“No, su questo sono chiaro: il partito è uno strumento in più”.
Felicioni fa ‘pensare’ a un modello Fermo, quello del sindaco Calcinaro con le forze di centrodestra, tranne la Lega, all’interno ma senza simboli. Non le piace?
“Calcinaro è stato un modello che aveva un senso in un determinato periodo politico e culturale. oggi esiste una alternativa politica al predominio del Pd. alternativa concreta e di governo a ogni livello”.