FERMO – Il 2023 si è chiuso bene per il mondo dell’edilizia. La produzione edile nelle Marche è aumentata del 7,3% in termini reali rispetto al secondo semestre 2022.
Questo il lato buono della medaglia, poi c’è l’altra faccia: scende al 32% (35% nella precedente rilevazione) la quota di operatori che prevede aumenti dell'attività produttiva nei prossimi semestri. L’indagine è stata condotta tra gli operatori dal Centro Studi di Confindustria Marche in collaborazione con Ance Marche e Intesa Sanpaolo.
Riguardo all'edilizia abitativa, la crescita ha toccato il +4,1%, in ogni comparto: +5,4% componente pubblica; +7,3% componente privata; +1,4% quella convenzionata. L'edilizia non abitativa (i fabbricati) è cresciuta del 2,6%. In aumento del 15,4% i lavori pubblici.
E così tiene l’occupazione, +3,7% complessivo (+5,1% tra gli operai e +2% tra gli impiegati). Monte ore lavorate in crescita del 2,6%, scendono le ore di CIG autorizzate 141 mila, contro le 342 mila del primo semestre 2023. Calano le imprese con difficoltà nel reperimento di manodopera (82,2% delle aziende intervistate contro 84,6% della precedente rilevazione).
Resta la difficoltà di accesso al credito, che riguarda il 43,5% degli associati intervistati. I ritardi nei tempi medi di pagamento sono di 94 giorni, inferiore a quello rilevato in precedenza (97 giorni). I tempi di rilascio dei permessi di costruire passano da 140 a 156 giorni.
Numeri in chiaroscuro che preoccupano Stefano violoni, presidente di Ance Marche: “Il contraccolpo per lo stop al superbonus sarà importante e vedo anche che sono tornate le restrizioni bancarie: guardando al 2024, non credo che sarà possibile confermare i risultati positivi che hanno caratterizzato la seconda metà dell'anno scorso”.
