FERMO – “Le imprese hanno messo in campo competenze, flessibilità, relazioni sociali e valori etici. Questo tessuto economico, fatto di piccole e micro aziende, ha manifestato il valore della filiera produttiva, del manifatturiero e del Made in Italy. Bisogna ripartire da qui per sbloccare il sistema moda, bloccato dal virus e dalle chiusure.
“Gli insoluti stanno già pesando enormemente sull'intera filiera. Bisogna pensare già da ora ad affiancare alla strategia sanitaria una strategia economica per la ripartenza” sottolinea Paolo Silenzi, presidente Cna Fermo.
Non convince il decreto: “Serve una strategia di lungo periodo. Stiamo parlando della stessa filiera della moda che fino a poche settimane fa vedeva uno spiraglio nei bandi dell'area di crisi complessa” ribadisce Alessandro Migliore.
L’area di crisi complessa fermana è a rischio? “Non per il presidente di Confindustria Centro Adriatico, Simone Mariani: “Due piani diversi, quella è la progettualità, è il percorso degli investimenti. Oggi sistemiamo le imprese con liquidità, garantiamo al sistema di ripartire e di riaprire le fabbriche, poi ripartirà il programma di sviluppo, di acquisto macchinari, di nuove tecnologie”.
E sull’area di crisi la Cna insiste: “Per rimettere in moto la macchina, senza perdere pezzi, la Cassa Integrazione deve essere estesa anche al periodo post emergenziale, perché sappiamo bene che i livelli di produzione non saranno gli stessi di prima. A questo si aggiungano un piano di incentivi per la prototipazione, per le collezioni da promuovere all’estero e una tassazione certa e permanente per tutti, con sanzioni severe per chi evade”.
