FERMO – Vent’anni sono lunghi, ma quando si apre la tenda realizzata per questo giorno di festa dalle Ancelle dell’amore misericordioso, è come se il tempo non fosse mai passato. “Quattro intensi mesi di lavoro per essere qui e ridare alla città il presepe poliscenico e meccanico dell’opera pia don Ricci. “È stato realizzato nel 1959, dopo 60 anni siamo qui. Un lavoro non facile, affidato ai nostri allievi, alla cooperativa Navas, alla passione di tanti. tra chi ha lavorato e chi ci ha sostenuto” sottolinea padre Sante Pessot.
È raggiante, come il sindaco Paolo Calcinaro che ammette: “Come Comune possiamo dire solo grazie. Ha fatto tutto padre Sante con la sua incredibile squadra. Ma è un luogo che Fermo attendeva, desiderava”. Il motivo è semplice: “La passione, l’amore per la propria storia e il bello che abbiamo” ribadisce l’ingegner Grilli, presidente della Carifermo che con la Fondazione guidata da Alberto Palma ha svolto un ruolo chiave.
Un pressing costante su padre Sante è arrivato dagli Amici del Presepe: “Noi eravamo allievi degli Artigianelli mentre il presepe veniva realizzato. No potevamo continuare a vederlo chiuso” ammettono soddisfatti Mauro Nucci e Natalino Mattieto. Il vescovo è pronto a benedire un momento di comunità. “Abbiamo fatto una scelta, abbiamo lasciato i meccanismi come 60 anni fa. Potevamo intervenire e cambiarli, ma la loro bellezza meritava di rivivere. Il lavoro è stato lungo e complesso perché abbiamo dovuto mettere a norma tutto il sistema elettrico, rendere accessibile l’ingresso, ripristinare l’illuminazione” precisa padre Sante affiancato dai docenti e dal prefetto Filippi.
È davvero particolare il grande presepe che per il prossimo anno verrà dotato anche di una narrazione audio: “C’era in origine, la ripristineremo”. Ed è importante per cogliere la bellezza delle undici scene rappresentate che vanno dalla pastorella smarrita fino alla deposizione di Gesù, con movimenti incredibili, se pensati 60 anni fa. Inutile svelarli, vanno ammirati con pazienza, quella necessaria per attendere che la notte diventi giorno, le stelle lascino il posto al sole e la scena pensata da suor Pietà Puertas e fratello Pietro Iacopini si compia.
r.vit.