FERMO – Non dimenticare: scatta oggi alle 19, le 22 in autostrada, lo sciopero di 48 ore dei benzinai. I distributori di carburanti, anche self service, saranno chiusi fino alle 19 del 26 gennaio.
A scatenare i sindacati di categoria il provvedimento varato dal Governo per favorire la trasparenza dei prezzi dopo i rincari scattati da inizio anno. La mobilitazione è stata indetta da Faib, Fegica e Figisc/Anisa, che raccolgono circa il 70% dei 22mila distributori attivi in tutta Italia.
"Il Governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di 'trasparenza' e 'zone d'ombra' solo per nascondere le proprie responsabilità e inquinare il dibattito, lasciando intendere colpe di speculazioni dei benzinai che semplicemente non esistono. Ristabilire la verità dei fatti diviene prioritario, per aprire finalmente il confronto di merito" sottolineano le associazioni di categoria.
Inutili gli appelli del Governo. “Nessuno vuole colpire la categoria" dei benzinai, spiega la premier Giorgia Meloni, ma il governo non intende tornare indietro sul provvedimento. Il ministro Urso aggiunge: "Sinceramente non capisco come si possa scioperare contro la trasparenza, contro un cartello. E temo che non lo capiscano nemmeno i cittadini".
Il rialzo dei prezzi della benzina è partito a Capodanno con la fine dello sconto sulle accise, introdotto a marzo dello scorso anno dal governo di Mario Draghi dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Nelle ultime settimane il costo alla pompa è arrivato attorno ai 2 euro in città e fino ai 2,5 in autostrada. Il governo nelle scorse settimane ha varato un decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti. Poi nel corso della mediazione con i gestori delle stazioni di servizio l'esecutivo ha aperto a delle modifiche: prezzo medio regionale da esporre su un cartello da aggiornare con cadenza settimanale e non più mensile e multe per le violazioni.
E poi la creazione di una App del Mimit dove poter consultare il prezzo medio e quello praticato dai distributori all'interno di un perimetro selezionato. Ma gli esercenti chiedono altro. Le associazioni dei benzinai domandano che il prezzo medio venga comunicato via web, e non tramite un cartello da esporre nei distributori, e un riordino complessivo del settore per frenare quelle che definiscono le infiltrazioni della criminalità.
Da stasera, spiegano i sindacati, le pompe di benzina aderenti alla mobilitazione esporranno un cartello che avvisa dello sciopero per protestare contro quella che definiscono "la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria".