FERMO – La seconda casa dell’Ast di Fermo, è la sede della Carifermo. “Con orgoglio facciamo una nuova donazione, la cartella clinica elettronica. Uno strumento che – spiega il presidente della Fondazione Carifermo Giorgio Girotti Pucci – si integra con il sistema regionale. Permetterà di ottimizzare il lavoro dei sanitari, dai medici alla parte amministrativa, che permette anche di facilitare notevolmente la comunicazione tra plessi ospedalieri e tra ospedali e medici di famiglia, per quella che è la sanità del domani”.
Lo definisce “strumento indispensabile, anche perché valorizza la professionalità dei sanitari” aggiunge Girotti Pucci che parla di ‘antipasto’ “visto che presto doneremo un robottino per la miscelazione e distribuzione dei farmaci oncologici, completamente automatizzato che accresce ulteriormente la sicurezza”.
Il rapporto tra i due enti cresce e non é solo legato a strumenti, visto chela Fondazione finanzia anche percorsi di conoscenza, come quello sull’alimentazione che coinvolge le scuole. “Il robottino – riprende il direttore dell’Ast Roberto Grinta - è un investimento importante che va ad arricchire la sala per i medicinali chemioterapici che già era una delle migliori della regione. Questo robot, tra l’altro, ce l’ha solo il Torrette”.
La cartella clinica è uno strumento, poi serve sempre l’uomo. “Un mezzo per diagnosi, prevenzione e pianificazione della cura. Permette di integrarsi con altre realtà, in particolare la medicina generale”. La tecnologia cresce, anche a livello di esami, come accade per gli Ecg che arrivano online per ora da due reparti, ma l’obiettivo della primaria Paci è di coinvolgere, come in altre realtà italiane, ogni settore del Murri.
“Il nostro reparto di Cardiologia attira, cresce la fiducia, in primis tra i fermani che erano attratti da altri ospedali. E questo lo dicono i dati” precisa Grinta che ricorda la rete con il Torrette che permette una crescita degli interventi di primo livello a fermo, per poi destinare quelli più complessi ad Ancona.
La primaria Paci aveva chiesto, al suo arrivo, la cartella informatizzata. C’è voluto un po’ più del previsto, ma oggi è realtà: “Ci permette di prendere in carico il paziente in maniera ottimale e di avere uno storico sempre facilmente accessibile per comprendere anche l’evoluzione della patologia. È utile anche per gli operatori, che così alzano il livello di attenzione anche su quello che viene scritto. Ogni figura è responsabilizzata”.
La cartella permette anche di valutare la qualità della visita. “Posso vedere quello che viene fatto anche nel mio stesso reparto, valutare correttivi o premialità. Con la cartella informatizzata alzeremo i livello di assistenza. Posso capire se ho settori da potenziare, aspetti da rivedere, agevola la valutazione di ogni passaggio”.
Una nuova tecnologia accolta bene anche dal personale infermieristico. “Non è mai facile il cambiamento, invece in questo caso è diventato subito operativo. Anzi, ognuno vuole migliorarlo” prosegue Paci. Anche questo è un ulteriore step in vista del nuovo ospedale, dove ci sarà ad esempio anche un secondo angiografo. “La cartella tra l’altro conclude la primaria - può essere integrata con i medici di medicina generale e con gli specialisti ambulatoriali. Questo accadrà passo dopo passo”.