FERMO – La rotatoria che collega Marina Palmense a Torre di Palme è un po’ di tempo che regolamenta il traffico, ma un momento istituzionale ‘commemorativo’ ci voleva. “Non si inaugura una rotatoria, ma era giusto fermarsi e confrontarsi sui passaggi che hanno permesso di realizzare questo snodo”.
Torna indietro a otto anni fa: tre le rotonde che si chiedevano. Quella della zona Girola, quella di Marina Palmense e quella di Paludi. “C’era sfiducia, ma noi ci credevamo e con noi gli enti che erano fondamentali per costruire i percorsi” introduce il sindaco Paolo Calcinaro.
Tra poco, annuncia Calcinaro, partirà il cantiere di San Tommaso mentre con don Francesco partecipa alla benedizione. “C’è la ditta, è questione di giorni. Diciamo che per la prossima primavera anche Paludi cambierà volto”.
Il primo step per raggiunger l’obiettivo è stato coinvolgere l’ingegnere Testaguzza, responsabile della struttura regionale dell’Anas, “tra i maggiori sostenitori dell’opera”, e poi l’ingegner Mancina e il geometra Dangelo per la parte tecnica. “Ma in primis la provincia di Fermo” che ha curato la progettazione ai tempi di Moira Canigola e dei consiglieri provinciali fermani Luciani e Falzolgher che commenta: “Dopo l’insediamento in consiglio abbiamo iniziato a lavorare insieme con gli uffici provinciali sulla miglior soluzione. Questo deve essere uno dei compiti primari di chi viene eletto, ascoltare le istanze delle persone e - ribadisce convinto l'attuale consigliere comunale - se meritevoli fare il possibile per portarle a compimento”.
A rappresentare l’ente intermedio che sta ritrovando la sua dignità c’è l’ingegner Diletti. “Il passaggio chiave è stato l’inserimento da parte di Anas della rotatoria nei suoi investimenti, a cui abbiamo aggiunto come comune una piccola parte. E siamo riusciti a realizzarla nell’arteria più trafficata della nostra provincia” prosegue il sindaco. Merito anche alla ditta Cobit Asfalti, che è del territorio e aveva tutto l’interesse a non sbagliare, nonostante la ‘tempesta prezzi’ che si è abbattuta durante i lavori. “Per una ditta locale è un onore poter dire questa opera ci ha visti protagonisti. Tre committenti e un unico obiettivo raggiunto con pazienza e professionalità” ribadisce il titolare.
Marco Mancina è il direttore della gestione di rete per le Marche dell’Anas ed è arrivato a Marina Palmense con diversi membri dell’ufficio, tra cui i due più coinvolti nell’opera, Sergio Di Ruscio e Stefano Bonifazi: “Quando un’opera si completa, la soddisfazione è grande. L’abbiamo realizzata in convenzione e ce l’abbiamo fatta, qualche volta invece non si arriva in fondo per problemi finanziari o burocratici. Noi lavoriamo per assicurare sicurezza al territorio”. Considerando che in sala c’è anche chi l’incidente lo ha avuto nel 1973, “la mia macchina fu completamente distrutta”, si comprende quanto fosse attesa.
Anas è impegnata su più fronti all’interno della regione Marche. “Devo dire grazie alla popolazione che ha saputo sopportare le file. Alla fine il risultato ha ripagato degli sforzi”. D’Angelo ci ha creduto, Torresi aveva saputo farlo entrare davvero in sintonia con il quartiere. “Per me potrebbe essere uno degli ultimi impegni, andrò in pensione a fine anno”.
Per il comune è stato il riferimento del territorio, lo ribadiscono sia Calcinaro sia il vice Mauro Torresi, che ha fatto realizzare anche un cuore con le pietre nello spazio pedonale laterale. “Ricordo l’incontro con D’Angelo, abbiamo passato 30 minuti sull’incrocio ed è lui che mi ha detto: faremo qualcosa. Tre anni, tempo lungo? Vi assicuro che è breve per opere come questa. Tanti gli incidenti negli anni, anche io ci ho distrutto una macchina, speriamo che ora cambi tutto, perché è fatta bene e con le luci adeguate che la rendono visibile da lontano” chiosa Torresi, che ringrazia anche gli esponenti della sua lista Non mi Fermo, Tramannoni e Dibenedetto, e che ora attende il ponte ciclopedonale, "ma è difficile vederlo in funzione per questa estate".
Raffaele Vitali