MONTEGRANARO - L'euro è sceso sotto la parità con il dollaro, rivoluzionando 20 anni di storia. Diverse le ragioni: le tensioni energetiche tra Russia e Ue e il costante rafforzamento del dollaro, spinto anche dai rialzi aggressivi dei tassi decisi dalla Federal Reserve, la banca centrale americana. Quali conseguenze potrebbe avere il dollaro più forte?
Partiamo dagli aspetti positivi. Il primo è quello a cui guardano in particolare i calzaturieri fermani. Le esportazioni saranno più semplici. Avere una moneta debole significa poter esportare con più facilità i propri prodotti verso Paesi che acquistano, invece, con una moneta forte. Questo concorre a rendere più competitive le imprese europee, inflazione permettendo, soprattutto i brand del lusso. Gli Stati Uniti sono il terzo mercato di destinazione dell'export italiano, per un valore di 61 miliardi di dollari: in testa meccanica, moda e agroalimentare.
Il secondo è un aspetto legato al turismo che agosto ha messo in luce. Meno convenienti i viaggi e gli acquisti negli Stati Uniti ma, al contrario, visitare l'Italia e fare compere nel Bel Paese sarà più conveniente per i turisti americani. E questo, vista la forte ripresa dei flussi turistici e il sostegno che questi garantiscono a vari settori della nostra economia, è un vantaggio.
Il lato negativo è legato alle importazioni più costose, perché chi acquista lo fa con una moneta più debole. Questo vale per chi compra prodotti hi-tech realizzati negli Usa, ma anche per le imprese che utilizzano forniture statunitensi o comunque negoziate in dollari. E poi il petrolio, oltre al gas liquido che l’Italia comprerà dagli Usa.
C’è poi la via di mezzo, ovvero chi si muove nella finanza. Per chi nell'eurozona ha investito in attività finanziarie denominate in dollari potrebbe avere benefici, ma dipende dal portafoglio di investimenti e, soprattutto, dal momento di ingresso sul mercato (foto ansa.it).
r.vit.
