di Francesca Pasquali
MONTERUBBIANO - Una rete per far dialogare scuola, famiglie e servizi. E
un sistema per aiutare gli alunni più fragili a non perdersi. Si
chiama “Pippi Lab T” il progetto che, dal 7 febbraio, vedrà
protagonista l'Ic “Pagani” di Monterubbiano e l'Ambito sociale 19. E
che rientra nel Patto educativo di comunità per il contrasto alla
povertà educativa e alla dispersione scolastica siglato lo scorso 26
luglio da enti locali e associazioni del territorio. Un programma –
spiega la dirigente Annarita Bregliozzi – che «interviene con famiglie
e bambini in situazioni di vulnerabilità, secondo un approccio di
supporto accogliente, perseguendo la finalità di innovare le pratiche
di intervento nei confronti delle famiglie in difficoltà, articolando
i diversi ambiti di azione coinvolti intorno ai bisogni dei bambini e
tenendo in ampia considerazione la loro prospettiva e quella dei
genitori nel costruire l’analisi e la risposta a questi bisogni».
Promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in
collaborazione con l’Università di Padova, il nome del progetto si
ispira alle capacità di resilienza di “Pippi Calzelunghe”. Dal 2011 è
stato implementato con l’adesione di dieci città italiane e poi esteso
a regioni e province autonome.
Con il Lab T, che sta per laboratorio territoriale, il “Pagani” è
stato coinvolto in un progetto pilota, attraverso la presenza fisica a
scuola di un'equipe multispecialistica, il “Gruppo Calzelunghe”,
formato da assistente sociale, psicologa ed educatore/pedagogista, per
captare le necessità di alunni, docenti e genitori. «L’idea di fondo –
dice Bregliozzi – è quella di attivare una rete tra scuola, famiglia e
servizi, per concorrere alla definizione di una visione diversa della
relazione tra famiglia e servizi, ma anche tra scuola e servizi».
L'equipe sarà a scuola ogni due settimane, in modalità itinerante tra
i plessi, a seconda dei bisogni.
