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Disturbi alimentari, i primi casi a 14 anni. Fada: "Fermo è un modello. Servono personale, ambulatori e letti per lottare insieme"

3 Agosto 2020

di Raffaele Vitali

FERMO – Anoressia e bulimia nervosa (tra i giovani) e disturbo alimentazione incontrollata, tutte patologie psichiatriche: ecco i disturbi del comportamento alimentari. Fada, l’associazione delle famiglie che lotta da anni per i diritti delle persone con Dca, è soddisfatta: “Siamo qui per parlare della prima legge in Italia approvata da una Regione e lo hanno fatto le Marche. Nel 2015 ci fu il primo atto di Giunta, era un inizio, oggi abbiamo una legge che disciplina la presa in carico delle persone” spiega il presidente Alessandro Luciani.

Ci sono dei principi fondamentali nel testo: il primo è che i livelli di cura sono multidisciplinari; il secondo riguarda il personale e viene stabilito che ci devono essere negli ambulatori, dalla psichiatra al dietista passano per endocrinologo ed educatore; il terzo è che i disturbi diventano lea, i livelli assistenziali di assistenza. “Insomma, la presa in cura di un paziente non è più legata a un approccio volontaristico e pioneristico, chi lavora in questo campo avrà i mezzi per farlo”. Intanto mezzi politici, entro 120 giorni si spera finanziari.

Fada ha sede a Fermo, ma segue anche Ascoli Piceno e Macerata. “Noi ci impegniamo a livello regionale, perché Fermo è un centro di riferimento, ma da solo non può bastare. Siamo un’oasi felice, ma non ci guardiamo allo specchio, bisogna aprire sedi nelle altre province, assolutamente”.

La legge è la base su cui costruire la casa e il quadro su cui poi la Giunta dovrà attivare i vari aspetti. “C’è un articolo all’interno che non pianifica le risorse, ma obbliga l’Asur a trovarle, perché stabilisce l’equipe che deve esserci. Il livello base è la rete dei medici di famiglia, poi c’è l’ambulatorio, come a Fermo, poi il ricovero, il residenziale e il post acuzie”. Il livello chiave è l’ambulatoriale, “è lì che se si agisce in tempo la stragrande maggioranza di patologie viene risolta, che oggi viene istituzionalizzato”.

Prossimo step? “Ci sono 120 giorni entro cui la Giunta dovrà adottare i provvedimenti. Seguiremo ogni passaggio e faremo pressione sulla politica e la sanità”. La legge è nata dal lavoro del tavolo tecnico istituzionale nato dopo la delibera del 2015. “Con una procedura d’urgenza la legge è arrivata in aula ed è stata approvata all’unanimità. Possiamo dire grazie a ogni forza politica che durante la conferenza dei capigruppo ha trovato l’accordo”.

Il centro per i disturbi alimentari non si è mai fermato, lavorando a distanza durante il Covid, salvo casi gravi. “Sono 500 le persone prese in carico e in continuo aumento. La lista di attesa è lunga e questo perché a fermo c’è un unico centro”. Nonostante le difficoltà: “Avremo il problema del rinnovo contrattuale delle due psicologhe, le due colonne del centro. È fondamentale è la continuità terapeutica. Ci appelliamo per una conferma, sapendo che hanno raggiunto il limite dei contratti a tempo determinato”. E se Fermo ha questo problema di stabilizzazione, gli altri centri, a Jesi e Pesaro, mancano proprio delle figure.

I Dca sono la seconda causa di morte tra i giovani tra i 17 e i 25 anni, dopo gli incidenti stradali. “Resta il momento storico per la legge approvata, ma c’è tanto lavoro da fare per accrescere la rete di servizi pubblici. Perché poi affidarsi al privato ha costi enormi e spesso si può anche finire nelle mani di chi si improvvisa”.

Continuano a crescere i Dca, un fenomeno di massa tra adolescenti e giovani generazioni. “Da quando ci siamo trasferiti in via Zeppilli, sono aumentate le richieste e prese in carico. Con esordi sempre più precoci. Il centro è ripartito con piccoli gruppi per rispettare il distanziamento sociale: un lavoro più intensivo, ma si esclude la possibilità di raggiungere tutti in maniera più veloce. Sono state tante le richieste durante il Covid e oggi le stiamo monitorando con ‘casi anche gravi’”.

Passi avanti, ma tutto può migliorare: “I familiari devono farsi carico del problema, la presa in carico deve essere globale. L’ambulatorio risponde nell’immediato, poi però servono i posti per acuti e per la permanenza. Vedete – conclude il presidente Luciani affiancato da familiari, educatori e psicologi che compongono Fada – ormai arrivano in ambulatorio anche 14enni, anche se la fascia più rappresentata è quella 16-20 anni con una predominanza delle donne. E poi c’è il disturbo dell’alimentazione incontrollata che coinvolge gli under 40”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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