PORTO SANT’ELPIDIO – Non basta la parola disastro. Prima la barca in mezzo alla strada, simbolo della forza del mare che stava crescendo, poi il disastro, rappresentato dalla Trattoria Trentasette di Stefano Alessandrini (FOTO): “A mezzanotte il dramma: ha buttato giù tutto. E ora – commenta amaro dopo aver lavorato tutta la notte per cercare quantomeno di ripulire il locale - devo buttare via tutto. Sono state sfondate le vetrate anti rapina e tutto il pavimento di legno va cambiato. Per fortuna ho messo negli anni l’impianto elettrico al piano superiore”.
Deluso, arrabbiato, sconfortato: “Due vetrate da 2,40 metri ognuna, non erano mai cadute per colpa del mare”. Trentasette si trova a sud, lungomare Faleria. È uno degli chalet senza spiaggia: “Il mare di solito si fermava sotto. Un mare così, senza pioggia e senza vento non l’avevo mai visto. Così violento”. In Abruzzo anche peggio, ma tutto il lungomare elpidiense è stato danneggiato. "Onde anomale" le definiscono.
L’acqua è entrata al Vaca Paca insieme a sabbia e sassi. Ma così in tutti gli chalet, dal Salè al Kookà. Impotenti, ma vicini, gli amministratori locali, da Vitaliano Romitelli, "sono saltati anche molti lampioni e poi sassi ovunaue" raccontava ieri notte) al sindaco Nazareno Franchellucci, che hanno non hanno potuto che seguire il disastro insieme ai balneari. “Una mareggiata che fa cadere tutte le teorie”. E ancora si parla di scogliere emerse: “Vuoi la verità, spero di non vedere più i politici (stessa frase dei colleghi, ndr), dieci anni che ne sento parlare e a me restano solo i danni da pagare. E non so neppure se le vetrate riuscirò a trovarle subito”. Che disastro. Che vergogna: le scogliere emerse servono oggi, non nel 2022, non con i fondi dell'area di crisi, non con inteventi spalmati negli anni.
Raffaele Vitali