Arcobaleno è il cielo, ma di colori grigi nel mondo dell’integrazione e dei diritti Lgbtq+ ce ne è ancora troppo. Lo hanno ricordato in migliaia sfilando durante il marche Pride ad Ancona.
“Siamo famiglie che esistono, i nostri figli esistono, è giusto che siano riconosciuti a 360 gradi come nostri figli, che venga riconosciuto il nucleo familiare e vengano fatte delle leggi che ci tutelino”. È questo uno degli appelli di alcuni famiglie arcobaleno, i questo caso due donne, Paola e Sonia che hanno tre figli. “Ci sentiamo ancora dei fantasmi, anche la carta d’identità è una lotta” aggiungono.
Eppure, ci sono i documenti, ci sono sentenze e quindi serve solo che il Governo si organizzi. Come? “Formando i dipendenti e agevolando il rispetto della legge” ribadiscono.
Un lungo corteo arcobaleno dal Passetto, attraverso il Viale della Vittoria, si è diretto in piazza Cavour per gli interventi e le testimonianze tra le bandiere che sventolavano, tra quelle colorate alle rosse della Cgil. E poi un camion con sopra delle drag queen e palloncini con scritte contro le discriminazioni.
“basta con questa storia della pagliacciata. Qui si celebra la libertà, in ogni foma. Il fatto che non si possa amare liberamente è inaccettabile, non esiste l’amore di serie B” raccontano.
Tanti gli slogan: «Amore senza barriere», «seppelliamo le discriminazioni», «serve uno Stato che sia dalla parte dei diritti», “no homophobia, love is love”. Il Pride è sempre più la festa di ogni diritto, se in prima linea c’è l’Arcigay, al fianco sfilano Amnesty, l’Anpi, i sindacati, la Cgil e diversi partiti di area centrosinistra.
Incluso il neo europarlamentare Matteo Ricci, che ha attaccato duramente la Giunta Acquaroli: “È molto negativo e vergognoso il fatto che la Regione Marche non riconosca questo popolo, non riconosca le battaglie che fa. non dando il patrocino alla dimostrazione di una mentalità arretrata che anche sui diritti civili purtroppo continua, si conferma appunto arretrata, non adeguata ad una regione moderna come dovrebbero essere le Marche”.
Raffaele Vitali