FERMO - Tipicità si prepara a partire per la Tanzania. Marco Lombardi è l’ambasciatore italiano nel paese africano ed ha invitato Tipicità per la settimana della cucina italiana nel mondo. “Siamo partner di questa iniziativa dal 2016. Dubai, Abu Dhabi, Tirana e poi a Montreal nel 2019, ultima in presenza. Ora torniamo a viaggiare” spiega Angelo Serri, l’uomo che ha inventato il festival del Made in Marche insieme con Alberto Monachesi.
L’Italian style torna in movimento e per la prima volta approda in Africa. È contento Lombardi, collegato dall’ambasciata: “Un evento di grande rilievo per il continente africano che vede una crescita del 5% l’anno negli ultimi dieci anni, un tasso di crescita della popolazione del 40% negli ultimi anni. Una zona molto vitale, interessata a conoscere. E in questo la Regione Marche può dare un grande contributo”.
Lombardi allarga poi il discorso: “Sono certo che qui ci sono ottime opportunità di investimento”. Un Paese tre volte l’Italia, sottosuolo molto ricco sia per l’agricoltura sia per pietre preziose e materiali rari. “È davvero il posto giusto per opportunità d’affari. La Tanzania è l’ingresso nell’Africa Sud orientale, arrivano le navi da Cina e India oltre che dall’Europa”.
Serri punta a creare legami importanti, come accaduto in Canada in maniera particolare. “A marzo a Fermo abbiamo invitato la Repubblica di Tanzania, quindi confermeremo subito quanto fatto in Africa”. Gli chef dell’Accademia saranno il pass par tout e saranno in viaggio con gli imprenditori per la serata di gala e altri appuntamenti nelle due città principali. Questa volta Tipicità punta su Gianmarco Di Girolami, una colonna da anni, e Serena D’Alesio. Terranno anche una masterclass insieme con gli alunni dell’istituto alberghiero africano e quelli elpidiensi accompagnati dal professor Mario Andrenacci. Con loro il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, che a Tipicità ha dato i natali.
L’ambasciatore tiene particolarmente a Fermo. “Il mio predecessore Alfredo Matacotta Cordella, scomparso un anno fa, era di Fermo, quando è venuto a mancare ha lasciato un archivio fotografico con bellissime fotografie della città”. Che ora attende a braccia aperte, come ribadisce Calcinaro, Lombardi a marzo. “Tutto quello che la città potrà fare per la Tanzania, visto anche il legame che l’ambasciatore ci ha raccontato lo farà. Il lavoro di Tipicità negli ultimi anni è cresciuto proprio in quel relazionarsi con le realtà produttive. Andare in Africa è un’occasione sfidante”.
La Tanzania è un paese giovane e dinamico, ribadisce l’ambasciatore, pronto a più business. Non solo food, quindi, perché ci saranno imprenditori di più settori che saranno impegnati in b2b tra fashion turismo, design, energia e sostenibilità ambientale. Tra i settori interessati, quello delle calzature. “qui usano molto quelle economiche che arrivano da Cina e Vietnam. Ma noi ci rivolgiamo a una classe che può spendere, non parliamo di un luogo dalle caratteristiche da paese in via di sviluppo, ma con budget superiori alla classe media italiana”.
Clienti quindi interessanti per il made in Italy. Stanno aprendo centri commerciali e negozi, la moda qui ha delle possibilità da esplorare. “Ma non solo, penso ai macchinari. In Tanzania grazie a tutta la fauna hanno un accesso al pellame molto semplice, ma non sono in grado di lavorarlo come vorrebbero. In grande scala spazio per joint venture con grossi imprenditori locali per vendere macchinari nostri e magari lavorare qui a uno sviluppo conciario locale che possa competere con le calzature cinesi e vietnamite. Dando know how ai tanzaniani possiamo contrastare i low cost e allo stesso tempo aiutare l’impresa dei macchinari”. Tipicità è il made in Marche: “Noi ci crediamo in Tipicità, sappiamo bene di quanto fa. Sono orgoglioso perché sa proiettare il nostro territorio nel mondo, promuovendoci anche come meta turistica in territorio che magari non ci conosce. Siamo una regione produttiva, il coinvolgimento degli imprenditori e anche degli studenti dell’Urbani dimostra di come facendo rete si possano dare opportunità a tutti” aggiunge il consigliere regionale Andrea Putzu.
E che la Tanzania sia un riferimento per il turismo lo ribadisce in chiusura l’ambasciatore: “A Zanzibar i turisti italiani sono i primi del mondo, più di americani e cinesi. In Italia ci sono 20mila persone che tra agenzie e voli lavorano grazie a Zanzibar. Il secondo punto è che c’è una parte di Paese completamente inesplorata. Per questo accolgo l’arrivo di potenziali investitori italiani”.